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Delibera Veneto. Sileri, rivedere accordo 2003 su mansioni OSS

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 23/04/2021 vai ai commenti

AttualitàGoverno

“Tenuto conto dei contenuti della delibera in esame, con specifico riferimento ai percorsi per la formazione complementare dell'operatore sociosanitario, pare effettivamente che la stessa ampli le competenze ascrivibili all'operatore sociosanitario specializzato oltre i limiti previsti dall'accordo Stato-regioni del 2003, determinando il rischio di sovrapposizioni con le competenze infermieristiche. Si precisa che la Federazione nazionale degli ordini e delle professioni infermieristiche e il coordinamento degli ordini delle professioni infermieristiche del Veneto e il coordinamento degli ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia, hanno manifestato la propria contrarietà al contenuto della delibera regionale in esame, denunciando l'avvenuto trasferimento indebito agli OSS di competenze ascrivibili all'assistenza clinica del paziente proprie, invece, del medico e dell'infermiere”, è quanto dichiarato da Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, in risposta all’ all’interpellanza urgente dell’on. Boschi in merito alla delibera della Regione Veneto sugli OSS.

Nella risposta, il Sottosegretario ha citato la FNOPI e ha riconosciuto come la delibera della Regione Veneto abbia esteso i limiti della figura professionale dell’OSS oltre quelli previsti. Ha inoltre segnalato come il Ministero della Salute intenda verificare l’accordo sulle competenze dell’OSS.

“Ora, sulla base delle valutazioni svolte e in considerazione del nuovo quadro di attività prestate, è evidente che è necessario, fin da subito, un confronto con le regioni e con le federazioni nazionali degli ordini delle professioni infermieristiche e delle associazioni di categoria per verificare - e credo che sia arrivato il tempo,  continua Sileri - l'opportunità di una revisione dell'accordo siglato nel 2003 sulle competenze dell'operatore sanitario specializzato. Questo al fine di dare una uniformità professionale su tutto il territorio nazionale che veda, innanzitutto, la possibilità di istituire dei registri regionali, che, poi, vengano riuniti in uno nazionale, che possa esserci una formazione omogenea in termini di ore e di contenuti, che possa esserci la possibilità anche di aggiornamenti continui, vista l'evoluzione di tutto il comparto sanitario. Questo per dare maggior sicurezza ai pazienti, maggiore sicurezza agli operatori stessi e, soprattutto, per evitare quella sovrapposizione di competenze che, magari, è propria di altre professioni sanitarie.

Conclude il sottosegretario alla salute: “Ora, avendo io la delega per le professioni sanitarie, nella mia agenda di cose da fare, questo rappresenta una priorità, quindi, spero, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi di addivenire ad un percorso, ad una roadmap per rinnovare ciò che è stato fatto nel 2003.”

Nelle repliche alla risposta, Sara Moretto (IV), co-firmataria dell’interpellanza ricordando come l’obiettivo dell’interpellanza fosse quello di fare chiarezza e non mettere in contrapposizione le due figure professionali, ha sottolineato come un breve corso regionale non possa sostituire il percorso universitario dei professionisti sanitari.

Ha chiesto inoltre al Governo di adottare iniziative per rallentare l’applicazione della delibera del Veneto in virtù della risposta di Sileri e delle perplessità espresse dalla FNOPI negli scorsi giorni.