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Addio a detrazioni ed assegni familiari. Ecco da gennaio come cambia la busta paga

Per i genitori, lavoratori dipendenti, il passaggio dalle detrazioni fiscali per i figli, integrati con gli assegni al nucleo familiare (ANF), all’assegno unico, potrebbe portare ad una busta paga di gennaio più leggera.

Da gennaio prende il via l’assegno unico e universale che ridisegnerà le buste paga dei lavoratori dipendenti con figli, e che sostituirà le detrazioni fiscale e l’assegno al nucleo familiare.

L’assegno unico arriverà previa domanda ad hoc da presentare a partire da gennaio all’Inps. Gli importi saranno modulati in base all’Isee: 175-180 euro a figlio sotto i 15mila euro di Isee (250 dal terzo figlio in poi), che scendono progressivamente fino a 40-50 euro a figlio oltre i 40mila euro di Isee.

Cos’è l’assegno unico, a chi spetta

L’assegno unico è anche “universale” in quanto spettante a tutte le famiglie con figli (dal settimo mese di gravidanza a 21 anni), senza distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi, poiché il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore Isee.

La misura, probabilmente, ma qui ancora mancano i provvedimenti attuativi, avrà una componente fissa. Al massimo si potrà ottenere 250 euro, assicura il governo. L’assegno sarà, inoltre, compatibile con altre forme di sostegno, come per esempio il reddito di cittadinanza, e verrà riconosciuto sotto forma di credito di imposta o erogazione diretta della somma dovuta.

  • E’ riconosciuto un assegno  mensile  per  ciascun  figliominorenne  a  carico.  Il  beneficio  decorre  dal  settimo  mese  di gravidanza. Per i figli successivi al secondo, l'importo dell'assegno è maggiorato;
  • E’ riconosciuto un assegno mensile, di importo  inferiore  a quello riconosciuto per i minorenni, per ciascun figlio maggiorenne a carico,  fino  al  compimento  del  ventunesimo  anno  di  età  con possibilità di corresponsione dell'importo direttamente  al  figlio, su sua richiesta, al fine  di  favorirne  l'autonomia. 

Quando è riconosciuto l’assegno per figlio maggiorenne

L'assegno  è concesso solo nel caso in cui  il  figlio  maggiorenne  frequenti  un percorso di  formazione  scolastica  o  professionale,  un  corso  di laurea, svolga un tirocinio ovvero un'attività lavorativa  limitata con reddito complessivo inferiore a un determinato  importo  annuale, sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l'impiego o un'agenzia per il lavoro o svolga il servizio  civile universale;

 

Figli disabili 

E’ riconosciuto  un assegno  mensile  di  importo  maggiorato rispetto agli importi relativi ai figli a carico minorenni e maggiorenni,  in  misura  non inferiore al 30 per cento e non superiore al 50 per cento per ciascun figlio  con  disabilità   con  maggiorazione  graduata  secondo   le classificazioni  della  condizione  di  disabilità. Allo stesso va riconosciuto l’assegno  senza maggiorazione, anche  dopo  il compimento del ventunesimo anno di età, qualora  il  figlio  con disabilità risulti ancora a carico.

 

Requisiti di accesso all’assegno:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro  dell'Unione
  • europea, o suo familiare, titolare del diritto  di  soggiorno  o  del
  • diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione  europea  in  possesso  del  permesso  di soggiorno UE per soggiornanti di lungo  periodo  o  del  permesso  di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale
  • essere soggetto al pagamento  dell'imposta  sul  reddito  in Italia
  • essere residente e domiciliato  con  i  figli  a  carico  in Italia per la durata del beneficio
  • essere stato o essere residente in  Italia  per  almeno  due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un  contratto di lavoro a tempo indeterminato  o  a  tempo  determinato  di  durata almeno biennale

 

Le sei misure che verranno sostituite

Per le misure che verranno sostituite, la legge ne elenca sei, alcune delle quali molto importanti per le famiglie. Verranno eliminati l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori; l’assegno di natalità; il premio alla nascita o all’adozione (l’una tantum di 800 euro); il fondo di sostegno alla natalità. Nel quadro poi di una più ampia riforma del sistema fiscale, le altre due misure gradualmente superate o soppresse sono: le detrazioni Irpef per figli a carico e l’assegno per il nucleo familiare.  L’assegno unico coprirebbe, quindi, quasi tutte le misure esistenti ad oggi.

 

L’eliminazione delle misure esistenti, porterà inizialmente, a buste paga più leggere.

Es: un genitore a tempo indeterminato con reddito superiore a quello del coniuge, due figli minori di cui uno con meno di tre anni (reddito da lavoro dipendente 22.750 euro, reddito familiare 40.700 euro), potrebbe trovarsi a fine gennaio una busta paga più leggera di circa 293 euro a causa dell’eliminazione di circa 143 euro di detrazioni al 100% per i due figli a carico e 75 euro di Anf, maggiorati di altrettanti 75 circa per effetto del decreto ponte 79/2021.

Gli sforzi ora sono tutti concentrati sul rischio di generare una discontinuità nel passaggio tra vecchie e nuove misure. Per gestire la transizione sono sul tavolo diverse ipotesi:

  • si potrebbero lasciare in vita per alcuni mesi gli Anf per i lavoratori dipendenti (di fatto autorizzati fino a giugno 2022) e utilizzarli come strumento per evitare, nei primi mesi, un impatto pesante sulle buste paga in mancanza di una repentina integrazione tramite l’assegno unico;
  • più in generale, si potrebbe prorogare di qualche mese l’attuale schema degli assegni per i figli, per dare il tempo alle famiglie di dotarsi dell’Isee e fare istanza, e poi procedere al conguaglio degli importi quando viene autorizzata la nuova misura (prevedendo un automatismo, quindi, anche per autonomi, professionisti e disoccupati senza indennità che in questi mesi hanno già chiesto il sussidio-ponte previsto fino a dicembre dal Dl 79/21);
  • oppure si potrebbe valutare di autorizzare anche le domande con l’Isee 2020 scaduto, in attesa dell’aggiornamento della Dsu, e poi procedere sempre per conguagli.

 

Il Sole 24 ore