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Dopo sciopero NurSind, la politica accoglie istanze infermieri. Interrogazione a Brunetta

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 09/02/2022 vai ai commenti

AttualitàGoverno

Lo sciopero indetto da NurSind, il 28 gennaio, che ha visto il coinvolgimento massivo degli infermieri, riunitesi a manifestare in tutte le maggiori città italiane, non ha lasciato indifferente la politica.

Le istanze portate avanti dal sindacato, in un momento come quello pandemico, hanno raccolto consensi da ogni parte, a partire dal cittadino fino ai diversi schieramenti politici.

A questo proposito, il 4 febbraio, il deputato dei M5S, Costanzo Jessica, ha presentato un’interrogazione al Ministro della Pubblica amministrazione, Brunetta, ed al Ministro della Salute, Speranza.

Il deputato ricorda che -  venerdì 28 gennaio 2022, giorno di sciopero indetto dal sindacato degli infermieri Nursind, si è svolta in piazza Castello a Torino una manifestazione per difendere le ragioni degli infermieri, che ha portato in piazza 250 piemontesi, rappresentanti della categoria e riuniti sotto lo slogan «Parole, promesse, zero fatti. Spremuti e ignorati» per denunciare le difficili condizioni di lavoro del personale sanitario. In Piemonte, secondo NurSind, occorrono assunzioni di almeno 4.000 infermieri per rispondere alle esigenza del territorio, anche in considerazione del perdurare dell'emergenza sanitaria per la pandemia da COVID-19 che non accenna a scemare;

in una lettera aperta riportata dal quotidiano La Stampa in data 28 gennaio 20220, il NurSind accusa il Ministro Brunetta «di averci definiti eroi a inizio pandemia promettendo riconoscimenti mai arrivati; per favore ora ci eviti la retorica parlando di valorizzazione, carriera, sblocco turn-over».

Quel che il sindacato NurSind lamenta sono condizioni di lavoro e contrattuali non sufficienti che indurrebbero il personale infermieristico formato in Italia e in Piemonte a emigrare all'estero dove le condizioni economiche sono migliori: «Gli infermieri sono una risorsa rara, non solo in Italia. Talmente ambiti che anche quelli formati dalle nostre università migrano all'estero, attratti da condizioni di lavoro migliori e stipendi più alti», ha spiegato Francesco Coppolella, della segreteria regionale Nursind, come gli infermieri italiani abbiano gli stipendi tra i più bassi d'Europa, si sobbarchino a loro spese l'assicurazione, la formazione e l'iscrizione all'ordine professionale. «Le condizioni di lavoro sono diventate inaccettabili. Da due anni non abbiamo vita al di fuori del lavoro».

Come riportato da La Stampa in data 28 gennaio 2022, Giuseppe Summa, segretario provinciale del Nursind denuncia la «situazione ormai al limite della sopravvivenza. Questa pandemia ci ha travolto come uno tsunami e ha stravolto le nostre vite. Ormai siamo ben oltre il burnout, ben oltre la sindrome da stress post-traumatico e non ne possiamo più delle vostre parole, vogliamo solo fatti. Ovvero assunzioni, rispetto; riconoscimenti economici per straordinari che non si possono neppure raccontare. Molti di noi sono morti, molti si sono licenziati per non morire di stress e per accudire le proprie famiglie. Quanto potrà ancora andare avanti così?» –:

Infine Costanzo chiede quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere il Governo per garantire le assunzioni necessarie, i riconoscimenti economici promessi al personale infermieristico in virtù del forte stress dovuto alla pandemia, il pagamento degli straordinari, lo sblocco del turn-over.