Il virus Polio riappare a Londra ed ha recuperato virulenza. Ecco cosa sappiamo
E’ stato individuato il virus della Poliomielite nelle fognature di Londra. La notizia è rimbalzata nelle ultime ore, destando preoccupazione.
La vera notizia, non è però il ritrovamento dei virus Polio nelle fognature, perché quello si trova ogni anno, ma che quello che è stato trovato stavolta, è capace di propagarsi.
Cos’è la Poliomielite
La Poliomielite è una grave malattia infettiva causata da tre tipi di polio-virus che invadono il sistema nervoso centrale e, nel giro di poche ore, distruggono le cellule neurali colpite causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale.
Nella forma più grave (quella bulbare), il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola.
Come si trasmette la poliomielite?
La Poliomielite si tramette per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di cibi e acqua contaminati o attraverso le goccioline di saliva di persone già infettate.
Anche i soggetti immunizzati possono venire infettati dal virus, senza svilupparne i sintomi, e trasmetterlo ad altri.
Data la ridotta probabilità che un individuo infettato sviluppi sintomi chiari e visibili, come la paralisi, la catena di trasmissione può allargarsi rapidamente, soprattutto in assenza di misure igieniche adeguate.
La malattia colpisce a tutte le età, ma si manifesta generalmente nei bambini. L’uomo è l’unico serbatoio della Poliomielite.
Quali sono i sintomi della Poliomielite?
Nella maggior parte dei casi la malattia si presenta nelle fasi iniziali con sintomi simili a quelli di un’influenza come:
- Febbre
- Stanchezza
- Vomito
- Irrigidimento del collo
- Dolori agli arti
Una minima parte delle infezioni, circa una su duecento secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), porta a una paralisi irreversibile. Il 5-10% dei pazienti colpiti da paralisi muore a causa del blocco dell’apparato respiratorio.
La paralisi è la manifestazione più evidente della malattia, ma fortunatamente solo l’1% dei malati presenta questo sintomo.
Come proteggersi dalla Poliomielite?
Non esistono cure per la poliomielite, se non trattamenti sintomatici che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia.
L’unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione. Uno degli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è proprio quello dell’eradicazione della Polio che oggi continua ed essere presente in 2 soli Paesi nel mondo (Pakistan e Afghanistan).
Il vaccino per la Polio
Ad oggi esistono due vaccini per la polio:
Il vaccino intramuscolare (IPV), o “vaccino Salk” (dal suo creatore), generato a partire dal virus della polio opportunamente distrutto. Questo vaccino è particolarmente sicuro, ma ha una particolarità: NON previene il contagio. Evita semplicemente che, qualora si sia così sfortunati da contrarre la polio, si vada incontro alle conseguenze più gravi (come una paralisi, o la morte). Il vaccinoper il Covid (per quanto totalmente diverso) ci ha abituati all’idea di vaccinazione non allo scopo principale di evitare la malattia, ma di evitare l’ospedalizzazione e le sequele peggiori.
Il vaccino orale (OPV), o “vaccino Sabin”. È un vaccino ottenuto a partire da virus “vivo” (per quanto possa essere vivo un virus), ma reso incapace di provocare la malattia attraverso una serie di mutazioni. Questo vaccino effettivamente rende immuni, difende dallo stesso contagio ed è quindi l’unico vaccino che può pian piano far scomparire la polio, eradicandola del tutto dal nostro mondo. L’altro lato della medaglia però è che, in rarissimi casi, questo virus vaccinale “vivo” può, nel nostro corpo, accumulare una serie di mutazioni che gli permetta di tornare alla virulenza originale e, quindi, di provocare la malattia. Anche nelle sue conseguenze più gravi (fortunatamente ancora più rare), come la paralisi.
Quest’ultimo vaccino era concepito per una “immunizzazione a tappeto”: vaccinare tutti contemporaneamente voleva dire che, se anche in rari frangenti si fossero generati casi di virus vaccinale “aggressivo”, questi non avrebbero trovato intorno ospiti da infettare e si sarebbero subito spenti. Purtroppo non sempre è stato così, non nelle parti più povere del pianeta. Inoltre abbassare le coperture vaccinali vuol dire correre il rischio di contrarre la polio “selvaggia” (quella originale), ma anche quella vaccinale, soprattutto da parte di persone vaccinate da poco tempo (nei Paesi del Terzo Mondo, posto che da noi in Europa ci vacciniamo con IPV dagli anni Duemila). Ecco perché a Londra (città cosmopolita, che accoglie da sempre tante persone da tutti gli angoli della Terra) è normale trovare ogni anno alcune tracce di polio vaccinale nelle acque reflue (ricordiamo che la polio è un virus che colonizza l’intestino).
Cosa c'è di diverso nel virus da poco individuato?
La cosa non normale è trovare lo stesso identico virus vaccinale, con le stesse identiche piccole mutazioni acquisite nella persona vaccinata, più volte nel tempo: vuol dire che questo virus è in grado di infettare. Vuol dire che ha recuperato virulenza, e che ci sono persone che si sono infettate e lo hanno propagato. (Fondazione Veronesi).
Il virus del vaccino può essere in grado di circolare, mutare e anche, nel corso di 12-18 mesi, riacquistare neurovirulenza. Un virus mutato di questo tipo è noto come poliovirus derivato da vaccino (VDPV). La forma trovata a Londra, di conseguenza, è stata battezzata come poliovirus derivato dai vaccini di tipo 2 (VDPV2).