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Aumento morti improvvise tra I giovani. Ecco perché: dal dosaggio vaccino Covid alle catecolamine

Nell’ultimo anno è stato registrato un aumento di malori e morti improvvise nella fascia di età tra i 12 e i 40 anni.

Ad ammetterlo, su Sanità Informazione, Alessandro Capucci professore ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare a Bologna e già Direttore della clinica di Cardiologia dell’Ospedale Torrette di Ancona, facendo riferimento anche allo studio israeliano, secondo cui i casi sarebbero aumentati del 25%.

Al di là delle volte in cui il malore è dato dalla presenza di patologie congenite del sistema di conduzione elettrico, che si palesano solo al momento del malore o della morte improvvisa, altre due potrebbero essere le cause di questa infausta statistica.

Stress ed eccesso di catecolamine. Secondo il professore Capucci, nei casi di morte improvvisa, al momento dell’autopsia, sarebbe stato ravvisato un eccesso di catecolamine circolanti, per lo più, in maschi giovani che praticano sport e che hanno dunque già un livello di catecolamine più elevato.

Le catecolamine, ormoni prodotti dal surrene, vengono rilasciate in concentrazioni maggiori, in caso di elevato stress ed ipoglicemia, causando aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

 

La proteina Spike ed i vaccini Covid. Anche un elevato eccesso di concentrazione della proteina Spike, potrebbe essere responsabili di malori e morti improvvise tra i giovani. A sostenerlo è lo stesso professor Capucci che aggiunge: «Il vaccino Pfizer, avendo una minore concentrazione di spike, risulterebbe essere meno lesivo in questo senso. Di conseguenza la concentrazione delle proteine spike potrebbe essere un evento fondamentale da tenere sotto controllo».

Capucci, sostiene quindi che, -  andrebbe rivisto il dosaggio del vaccino anti Covid magari pensando ad una dose su misura per i giovani, in relazione al peso corporeo. È opportuno ripensare al vaccino come ad un farmaco che ha indicazioni e dosaggi specifici.

Ed aggiunge infine  - Un esame della troponina prima della somministrazione del vaccino permetterebbe di fare una valutazione da un punto di vista ematochimico. Ma la cosa più importante sarebbe monitorare, dopo la vaccinazione, i soggetti più a rischio, ovvero maschi giovani che fanno attività fisica-