Turni, corsi, straordinari: quando la formazione non è più un'opportunità
Formazione obbligatoria, proviamo a fare chiarezza su un punto.
Come noto, il personale ha l’obbligo di assolvere alla formazione continua in medicina partecipando ai famigerati corsi ECM. I cataloghi sono ricchissimi di temi, alcuni sono a pagamento, molti gratuiti e compongono un triennio formativo con una certa quantità di crediti da acquisire più o meno elevata in base alla regolarità dei trienni precedenti e delle abilità nella composizione dei dossier formativi, senza dimenticare che se ne possono acquisire anche in autoformazione per esempio con letture di testi scientifici ecc. ecc.
Insomma sono obbligatori e non si può eludere da questo vincolo.
Poi ci sono i corsi aziendali obbligatori, anche questi spesso accreditati ECM, eventi che stanno particolarmente a cuore all’azienda per lo sviluppo di determinate pratiche o la risoluzione di alcune criticità che li propone quale strumento per raggiungere determinati obbiettivi, magari derivanti da disposizioni ministeriali o regionali; potremmo citare a riguardo i corsi sulla rianimazione cardio polmonare e defibrillazione precoce e quelli sul controllo delle infezioni ospedaliere.
Va da se che i corsi aziendali obbligatori non si possono scegliere mentre tutti gli altri si.
Appare evidente allora che se l’obbligo non può essere eluso, il personale deve necessariamente assentarsi dai servizi per assolvervi, di conseguenza, il giorno in cui si svolge quel corso aziendale obbligatorio ECM sul controllo delle infezioni assistenza correlate, quell’infermiere non può trovarsi in corsia e contemporaneamente in aula (reale o virtuale che sia). O si svolge un compito o si svolge l’altro.
In questa partita diventa cruciale il ruolo del coordinatore che avendo il calendario dei corsi aziendali obbligatori, deve predisporre i turni di servizio affinché l’infermiere che doveva prestare sevizio di mattina in corsia ne sia dispensato e possa invece presentarsi al corso.
Ne deriva che la dotazione organica del reparto in quel particolare giorno non possa essere compromessa da assenze tutelate da altri istituti contrattuali (malattia, ferie solo per citarne un paio), altrimenti sarà impossibile che qualcuno possa essere inviato alla formazione perché, lo ribadiamo, la priorità assoluta va alla continuità assistenziale erogata da un contingente congruo di professionisti che può ridursi ai minimi termini solo in caso di sciopero.
E qui casca l’asino perché come sappiamo, il più delle volte queste assenze sono negate e l’accesso alla formazione diventa praticamente impossibile…..a meno che.
A meno che il personale già spremuto fino all’osso non decida di prestare le sue ore di lavoro previste e si accolli anche quelle della formazione andando a creare somme di ore di lavoro giornaliere ben superiori a quelle canoniche. Ed è tutto un fiorire di mattinate in formazione e pomeriggi al lavoro o viceversa, giornate di riposo sacrificate alla formazione, smontanti notte che proseguono in aula e così a seguire secondo i più disparati gusti.
E’ questo il miglior modo per togliere le castagne dal fuoco all’azienda che al massimo ti ripaga con il riconoscimento delle ore aggiuntive fatte in aula che si sommano alle precedenti che non riuscirai mai a smaltire e che forse potrai farti pagare se hai aderito alla banca delle ore.
L’azienda deve garantire l’accesso alla formazione tanto più ai suoi corsi obbligatori e alla formazione ECM e lo deve fare trovando un compromesso tra dotazione organica, attività del reparto e nel rispetto di tutte le altre prerogative contrattuali.
Partecipare ad un corso oltre l’orario di lavoro non può rappresentare la prassi e non può trasformarsi soprattutto in criterio di valutazione preferenziale all’atto delle valutazioni sulla produttività. Questo deve essere molto chiaro e ben rappresentato quando si accettano compromessi a discapito del proprio recupero fisico.
Se a questo aggiungiamo il diritto contrattuale agli otto giorni di formazione facoltativa, facciamo notte.
Bisogna intraprendere comportamenti molto lineari ed uniformi sul tema, dichiarandosi disponibili alla formazione aziendale obbligatoria in orario di lavoro e fuori dal servizio e pretendere sempre per iscritto la negazione alla partecipazione ai corsi ECM facoltativi quando le esigenze di servizio impediscono l’assenza.