La Presidente Todde e l'Assessore Bartolazzi escludono NurSind dal confronto
Cominciamo dalla notizia: “Regione Sardegna e sindacati hanno siglato un protocollo d’intesa per rilanciare il sistema sanitario regionale”.
Bene, bravi, bis. Peccato che a quel tavolo mancasse il sindacato con il più alto numero di iscritti proprio tra le categorie di cui si lamenta la più alta carenza ossia il NurSind che come noto, iscrive tra le sue fila solo infermieri e ostetriche appunto. Nessuno al tavolo convocato in regione il 4 agosto scorso, può vantare i numeri di NurSind Sardegna in termini di infermieri e ostetriche iscritti, attraverso i quali ottiene una rappresentanza in crescita costante, arrivata alle scorse elezioni RSU a superare la ragguardevole soglia del 10%. Insomma la Presidente Todde e l’Assessore Bartolazzi si sono seduti al tavolo a discutere di carenze di infermieri senza invitare chi li rappresenta per mestiere. Qualcosa che tutto sommato non sorprende considerata la diffidenza verso questo personale che ancora la politica non controlla pienamente non annoverando tra le sue fila una rappresentanza di eletti a ruoli politici; un controllo che potrebbe portare grandi benefici clientelari, posto che qualsiasi misura di potenziamento e riconversione territoriale del servizio sanitario regionale, passerà proprio da questa categoria, in sofferenza, con carenze che solo in Sardegna cubano per tremila unità. E non a caso parliamo di clientela, posto che quello che era nato come servizio alle persone è stato nel tempo trasformato in un sistema, spesso clientelare appunto che anche la stampa ha smesso ormai di chiamare col giusto nome di servizio.
Proseguendo nella lettura della notizia scopriamo che la Presidente Todde, ha sottolineato la necessità di rivedere i processi legati alle liste d’attesa: nel 2024 circa 100mila pazienti non si sono presentati alle visite, mentre nel 2025 il numero è già di 42mila. «Serve un nuovo processo che migliori la comunicazione tra le Aziende sanitarie locali e valorizzi sperimentazioni come quella degli infermieri di comunità a Sorgono, che limitano gli accessi ai pronto soccorso», ha spiegato. Peccato che l’attività dell’ambulatorio di Sorgono sia di poche ore alla settimana, appena iniziato e che quindi i suoi effetti sugli accessi al pronto soccorso siano al momento solo auspici.
E qui c’è da chiedersi davvero quali mirabolanti soluzioni possano essere state concordate, posto che a gennaio scorso è stato creato ex novo un ufficio con un responsabile che deve occuparsi solo di questo. C’è da chiedersi se questa invenzione stia dando frutti e se il suo responsabile abbia trovato qualche soluzione perseguibile.
Verrebbe da dire di no se è vero quanto dichiarato dall’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, che ha definito l’accordo “un punto di svolta”. Se l’ennesimo accordo di dialogo con i sindacati è definito tale, ho paura davvero di quel che ci riservi il futuro anche perché diciamocela tutta, nonostante la Presidente Todde dichiari che si tratta della “prima volta” che un metodo tale viene attuato, bisogna ricordare che ad ogni legislatura si firmano protocolli d’intesa, collaborazione, chiamateli come vi pare, con questo o quel sindacato, a volte anche in maniera ben più ampia di come fatto adesso. Ogni volta quegli accordi diventano carta straccia e tornano a prevalere le logiche di sistema cui abbiamo accennato.
Il protocollo prevede un crono programma di interventi da attuare nei prossimi 18 mesi, con l’obiettivo di migliorare concretamente l’assistenza sanitaria in tutta l’Isola e ne saremmo anche tutti molto felici se solo potessimo leggerlo e commentarlo.
Personalmente ritengo necessarie ancora due riflessioni.
La prima è che dopo 5 anni di opposizione urlata a denunciare i disastri della passata presidenza, a strillare per la mancata presa di considerazione delle decine e decine di proposte miracolose fatte dalla minoranza, gli stessi che oggi siedono al governo della regione non le abbiano ancora messe in campo e anzi, dopo 17 mesi di governo, sbandierino come “punto di svolta” un momento di confronto con alcune organizzazioni sindacali che solo in parte hanno titolo di rappresentanza. Si erano presentati in campagna elettorale definendosi pronti; pronti a trovare il modo di cacciare i manager precedenti per piazzare i propri e farsi anche impugnare la norma, quello si, prontissimi a farlo con una norma di riordino priva del minimo consenso.
La seconda è che se tanto mi da tanto, la mancata firma della pre intesa sul rinnovo contrattuale operata da Cgil e Uil, in autunno farà sparire dai tavoli di confronto e contrattazione queste sigle con le quali oggi si firmano protocolli d’intesa sconosciuti. Eh si perché coerenza vorrebbe che dopo aver ostacolato la firma e spinto la contrattazione avanti nel tempo, domani non firmino il contratto, rivendicando questo primato e pagandone il prezzo che pagò NurSind quando davvero l’aumento era fatto di briciole.
Che la Presidente Todde e l’Assessore Bartolazzi abbiano deciso di non invitare NurSind al tavolo è un fatto grave che dimostra come le parole sul valore delle professioni infermieristiche siano false e gravate da un substrato di ignoranza disarmante al quale saranno chiamati presto a rispondere.
Andrea Tirotto
ph credit youtg.net