Infermieri in fuga, NurSind: Turni massacranti e nessun riconoscimento
Antonio Eliseo (NurSind Campania): "Servono assunzioni vere, altrimenti case e ospedali di comunità resteranno scatole vuote".
Infermieri in fuga. Ogni anno circa 10mila professionisti abbandonano la professione e sempre meno giovani scelgono di intraprendere il percorso di studi in Scienze Infermieristiche. Stipendi bassi, carriere bloccate, turni massacranti e mancanza di prospettive stanno logorando il cuore del Servizio Sanitario Nazionale.
Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia ci sono appena 6,5 infermieri ogni mille abitanti, contro una media OCSE di 9,8. Troppo pochi per far fronte a una popolazione sempre più anziana e bisognosa di cure. Parallelamente, la fascia anagrafica degli infermieri in servizio è sempre più vicina alla pensione, senza un adeguato ricambio generazionale.
Sul tema si è espresso con forza Antonio Eliseo, segretario regionale NurSind Campania, che non usa mezzi termini:
“I turni sono massacranti, la reperibilità continua, la conciliazione con la vita privata quasi impossibile. Chi lavora in pronto soccorso o in terapia intensiva affronta rischi e responsabilità enormi, ma queste competenze non vengono valorizzate. Un infermiere specializzato in rianimazione non può essere sostituito da chi non ha quella formazione. Eppure prevale ancora la logica ‘uno vale uno’.”
Per il rappresentante del NurSind, non bastano gli straordinari detassati o la stabilizzazione dei precari:
“Durante la pandemia furono regolarizzati molti contratti, ma non si trattò di nuove assunzioni. Oggi servono immissioni vere di personale, altrimenti le strutture del PNRR – case e ospedali di comunità – resteranno scatole vuote.”
La crisi di attrattività della professione tocca anche le nuove generazioni. Nel 2024 il rapporto candidati/posti ai corsi di laurea in infermieristica è sceso a 1,04, praticamente un candidato per posto disponibile. Eliseo denuncia un sistema che non offre futuro ai giovani:
“Chi entra oggi sa che difficilmente vedrà un riconoscimento economico o professionale adeguato. Il nuovo contratto incentiva gli straordinari detassati, ma significa sacrificare tempo libero e riposo, tradendo lo stesso principio delle otto ore di lavoro conquistato un secolo fa.”
Per il NurSind, la via d’uscita è chiara: investimenti veri negli ambulatori infermieristici, valorizzazione delle competenze specialistiche e assunzioni stabili, altrimenti il rischio è il collasso del sistema pubblico e il fallimento delle riforme sanitarie legate al PNRR.