Infermieri aggrediti a Empoli: il NurSind avverte, «Non aspettiamo la tragedia»
Dopo gli ultimi episodi di violenza al Pronto Soccorso di Empoli, gli infermieri chiedono sicurezza e rispetto: “Non possiamo continuare a lavorare in un clima di paura”.
EMPOLI 04/11/2025 – “La sensazione è che prima o poi qualcuno si farà davvero male. E non possiamo aspettare che accada per intervenire”.
A lanciare l’allarme è Gianni Piccini, segretario aziendale del NurSind Empoli, dopo le ultime aggressioni a infermieri e personale di vigilanza avvenute nel Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino.
Piccini descrive una realtà che molti operatori conoscono bene: “Le aggressioni non sono più episodi isolati, ma un rischio quotidiano. Gli infermieri, in prima linea, si trovano spesso soli davanti a pazienti agitati o familiari esasperati, senza strumenti adeguati per difendersi”.
Per il NurSind, è il momento di dire basta: servono più personale, protezioni fisiche e protocolli chiari di sicurezza, soprattutto nei reparti più esposti.
“Quando arrivano pazienti in stato di alterazione o con disturbi psichiatrici – spiega Piccini – è fondamentale che la presenza delle forze dell’ordine venga garantita fino al pieno controllo della situazione. In troppi casi gli operatori restano da soli, e il rischio diventa altissimo”.
Non meno critica è la questione strutturale. “Il personale amministrativo e sanitario del front office – sottolinea Piccini – lavora dietro banconi completamente aperti. Basterebbe un vetro protettivo per ridurre il pericolo. Quando è presente una guardia giurata ci si sente più tranquilli, ma non è sufficiente”.
Il sindacato chiede alla Direzione aziendale di attivare un confronto diretto con le Prefetture, per garantire una presenza più costante delle forze dell’ordine e rafforzare la videosorveglianza.
“Non si tratta di militarizzare gli ospedali – precisa Piccini – ma di proteggere chi ogni giorno garantisce assistenza e cure. Gli operatori non possono continuare a lavorare nel terrore”.
Il problema si estende anche al Dipartimento di Salute Mentale “La Badia” di San Miniato, dove le richieste di un cancello d’ingresso e di un sistema di telecamere più efficiente sono rimaste senza risposta.
“Abbiamo segnalato più volte la necessità di interventi concreti – ribadisce Piccini – ma tutto è rimasto fermo. Ci auguriamo che non serva una tragedia per essere ascoltati”.
L’appello del NurSind Empoli è chiaro: servono risposte immediate e un piano di sicurezza reale.
“Non vogliamo eroi, vogliamo operatori tutelati – conclude Piccini – perché chi cura non deve mai avere paura”.
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