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Altavilla (NurSind): 'Insulti agli operatori sanitari sui social, serve una denuncia immediata'

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 05/11/2025

Friuli Venezia GiuliaNurSind dal territorio

Il segretario territoriale del NurSind condanna i commenti diffamatori contro l’Asfo e il personale sanitario: “Non si può tacere davanti alla violenza verbale”

Pordenone 05/11/2025 – “Un’attesa al pronto soccorso non giustifica la violenza verbale né l’offesa verso chi ogni giorno garantisce assistenza e sicurezza ai cittadini”.

Con queste parole, Gianluca Altavilla segretario territoriale del NurSind di Pordenone, ha espresso la propria ferma condanna contro gli insulti e le frasi diffamatorie rivolte al personale dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale (Asfo) in un post pubblicato su un gruppo Facebook locale.

Il post, corredato da commenti denigratori nei confronti di infermieri e operatori sanitari, ha acceso un clima di ostilità inaccettabile verso chi lavora in prima linea. “Affermazioni di questo tipo non solo sono offensive – sottolinea Altavilla – ma alimentano un clima di odio e disprezzo che mina il rispetto dovuto a chi si prende cura delle persone anche in condizioni estreme”.

Il rappresentante sindacale ha quindi rivolto un appello diretto al Direttore Generale dell’Asfo, Giuseppe Tonutti, e al Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Pordenone, Luciano Clarizia, chiedendo di valutare azioni legali in sede civile e penale “nei confronti di chi ha diffuso messaggi ingiuriosi e lesivi della dignità professionale”.

Altavilla ha inoltre chiarito il contesto operativo del giorno in cui si sono verificati i fatti: “Al pronto soccorso erano in attesa circa settanta persone e il servizio era gestito da quattro infermieri, due dei quali impegnati in ambulanza. Nonostante la carenza di personale, i professionisti hanno garantito l’assistenza senza risparmiarsi, rinunciando a ferie e riposi”.

Una testimonianza che restituisce l’immagine di una sanità sotto pressione ma ancora profondamente umana e professionale. “Chi lavora in sanità – conclude Altavilla – merita rispetto e tutela, non aggressioni verbali. Serve una presa di posizione netta contro questa deriva di violenza social che rischia di normalizzare l’odio verso i professionisti della salute.”