Iscriviti alla newsletter

Monfalcone, infermiera aggredita al Pronto Soccorso: 'Temo che possa tornare in reparto'

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 04/11/2025

Friuli Venezia GiuliaNurSind dal territorio

Colpita a calci e graffi da un paziente in stato di agitazione: la denuncia del NurSind e dei sindacati. “Servono subito strumenti di difesa e protocolli chiari”.

TRIESTE – Ennesimo episodio di violenza contro il personale sanitario.
Questa volta è accaduto al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Polo di Monfalcone (Gorizia), dove un’infermiera è stata aggredita da un uomo in evidente stato di astinenza, che le ha inferto calci, graffi e colpi al braccio.

La donna, cinquantenne, non ha riportato gravi ferite, ma è profondamente scossa: “Temo che possa tornare in reparto non appena si ripresenteranno le stesse condizioni di crisi”.

L’aggressione è avvenuta nella serata di sabato, intorno alle 21.40, pochi minuti prima dell’ingresso in servizio della guardia giurata, segno – denunciano i sindacati – “di una fragilità organizzativa che non può più essere ignorata”.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato, che hanno immobilizzato e arrestato l’uomo, un 39enne italiano, già noto per precedenti episodi di intemperanza.

Secondo quanto riferito, negli ultimi mesi l’aggressore si sarebbe presentato in ospedale oltre trenta volte, motivo per cui la vittima teme di poterlo incontrare nuovamente.

La denuncia dei sindacati

Il NurSind, attraverso il segretario regionale Luca Petruz, insieme a UIL FPL e CISL FP Friuli Venezia Giulia, ha chiesto “misure di tutela più forti e immediate” e la possibilità di dotare i lavoratori dei reparti più a rischio di strumenti di difesa personale non letali, accompagnati da formazione obbligatoria e protocolli operativi chiari per l’utilizzo, la custodia e la responsabilità.

«Nessuno resti immobile di fronte a questi atti violenti verso chi cura. Gli operatori dei Pronto Soccorso e dei reparti più esposti si sentono sempre più soli», denunciano i sindacati.

Solo pochi giorni fa, due infermiere sono state aggredite in un Centro di Salute Mentale a Trieste. Un fenomeno che, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio Sanitarie (ONSEPS), è in costante crescita: nel 2023 si sono registrati oltre 16.000 episodi di aggressione contro circa 18.000 operatori sanitari.

Pronto soccorso e reparti di degenza restano i contesti più colpiti, con un incremento del 38% negli ultimi cinque anni.
Da qui l’appello a rivedere i Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR) inserendo il rischio aggressione, potenziare la vigilanza e i sistemi di allarme rapido, oltre a garantire sostegno psicologico e tutela legale per le vittime.