Legge Bilancio 2026 pensioni: età più alta, Ape sociale prorogata e stop a Quota 103 e opzione donna
Approvata dal governo il 17 ottobre, la Legge di Bilancio per il 2026 è ora all’esame della Commissione Bilancio del Senato. Sul fronte previdenziale non introduce una riforma di sistema, ma interviene in più punti: dal graduale aumento dei requisiti di pensionamento, alla proroga dell’Ape sociale, fino a un ampliamento degli spazi di investimento per i fondi pensione.
Requisiti più alti dal 2027, ma con un aumento diviso in due tappe
La novità centrale riguarda l’adeguamento all’aspettativa di vita. Il governo aveva annunciato l’intenzione di sospendere gli aumenti, ma la misura resta. Viene però ammorbidita e scaglionata: dal 1° gennaio 2027 l’incremento sarà di un mese, mentre i due mesi restanti scatteranno nel 2028.
Nessun cambiamento per il 2026. Restano validi gli attuali requisiti per vecchiaia e anticipata. Dal 2027 cambieranno invece età e contributi richiesti, con alcune eccezioni.
Vecchiaia e anticipata: ecco i nuovi requisiti
Dal 1° gennaio 2027 la pensione di vecchiaia richiederà 67 anni e un mese di età, con almeno 20 anni di contributi. Dal 2028 si salirà a 67 anni e tre mesi.
Per la pensione anticipata ordinaria dal 2027 serviranno 42 anni e 11 mesi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne. Dal 2028 i requisiti passeranno a 43 anni e un mese per gli uomini e 42 anni e 10 mesi per le donne. Resta la finestra mobile di tre mesi tra maturazione del diritto e decorrenza dell’assegno.
I contributivi puri vedranno un aumento parallelo: dal 2027 il requisito diventa 64 anni e un mese, con almeno 20 anni e un mese di contributi. Nel 2028 si passerà a 64 anni e tre mesi e 20 anni e tre mesi. Per accedere serve una pensione pari almeno a tre volte l’assegno sociale, con soglie ridotte per le donne con figli. Resta da chiarire l’uso del cumulo con la previdenza complementare introdotto nella manovra precedente.
Aumenti per le pensioni minime dal 2026
Dal prossimo anno l’incremento delle maggiorazioni sociali sale da 8 a 20 euro mensili per gli over 70 con redditi bassi e per le persone con disabilità. Cresce anche il limite reddituale che consente di beneficiare dell’aumento, passando da 104 a 260 euro annui.
Lavori gravosi e usuranti esclusi dagli aumenti dei requisiti
La manovra conferma un principio di tutela per chi svolge attività pesanti. L’aumento dei requisiti previsto dal 2027 non si applicherà:
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alle professioni gravose indicate nell’Allegato B della legge 205/2017, svolte almeno sette anni negli ultimi dieci o sei negli ultimi sette, con almeno 30 anni di contributi
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ai lavoratori impegnati in attività particolarmente faticose e pesanti definite dal decreto legislativo 67/2011, anche qui con almeno 30 anni di contributi
La norma estende inoltre al 2027 le scadenze previste dalla legge 232/2016 e tutela chi maturerà i requisiti entro il 31 dicembre 2026, mantenendo per loro le regole attuali.
Per il pubblico impiego e il personale degli enti di ricerca le indennità di fine servizio verranno comunque corrisposte solo al momento previsto dalle norme generali sul TFS.
Ape sociale prorogata al 31 dicembre 2026
L’articolo 39 estende l’Ape sociale per altri due anni e aggiorna i suoi requisiti. Si potrà accedere con 63 anni e 5 mesi di età se si rientra in una delle quattro condizioni previste dalla legge: disoccupazione, assistenza a familiari con disabilità grave, invalidità almeno al 74 percento o lavoro gravoso.
Servono almeno 30 anni di contributi, che salgono a 36 per chi svolge attività gravose e a 32 per edili, ceramisti e conduttori di impianti per ceramica e terracotta. Per le donne è prevista una riduzione di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 24 mesi.
Il beneficio non è cumulabile con redditi di lavoro dipendente o autonomo, salvo lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro lordi annui.
Il rifinanziamento è consistente: 170 milioni nel 2026, 320 milioni nel 2027, 315 nel 2028, 270 nel 2029, 121 nel 2030 e 28 nel 2031.
Nessun rinnovo per Quota 103 e Opzione Donna
Quota 103 e Opzione Donna non sono prorogate. Potranno accedere solo coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2025 nel primo caso e entro la fine del 2024 nel secondo.
Incentivi per chi resta al lavoro dopo il diritto alla pensione anticipata
Prorogato a tutto il 2026 l’incentivo che consente ai lavoratori di incassare in busta paga la propria quota contributiva del 9,19 percento. La parte del datore di lavoro continua a essere versata all’INPS. La contribuzione pagata in busta paga non aumenta la futura pensione e non è tassata.
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