Intervista a Romina Iannuzzi infermiera della Sanità Privata componente Direttivo Nazionale Nursind
Intervista a Romina Iannuzzi
Premessa
Romina Iannuzzi una collega infermiera con la passione per la sua professione e impegnata per la sua valorizzazione sociale e culturale. Al Congresso Nazionale Nursind del 5-6-7 novembre 2015, senza clamore, si è candidata per il rinnovo del Direttivo Nazionale e ha ottenuto il sostegno davvero unanime di tutti i delegati, con un numero di consensi inferiore solo di pochi punti a quelli ricevuti dal Segretario Andrea Bottega. Una persona schiva alle ambizioni personali e che tuttavia riconosce che solamente con il proprio contributo concreto, “mettendoci la faccia”, si possa cambiare, i lamenti fini a se stessi non portano a nulla.
Romina Iannuzzi è anche consigliera al Collegio IPASVI di Avellino, una infermiera che nel suo territorio con la sua tenacia e competenza sta costruendo insieme a molti altri colleghi volenterosi, un nuovo percorso di futuri sviluppi per la nostra professione.
Raccontaci un po’ di te, sei la prima infermiera del settore privato ad essere entrata a far parte della Direzione Nazionale Nursind, siamo curiosi di sapere del tuo lavoro e dei tuoi desideri professionali.
In realtà mi sono sempre interessata di sindacato fin dall’inizio della mia attività lavorativa.
Inizialmente non me ne rendevo realmente conto ma a poco a poco ho preso coscienza del valore di quanto stessi imparando e facendo, nonché della stima che mi stavo guadagnando. E’ avvenuto tutto abbastanza gradualmente, come è giusto che sia.
In qualunque cosa che ho fatto mi sono sempre impegnata come meglio ho potuto, forse è solo questo il motivo che mi ha portato a fare un po’ di strada anche nel Nursind.
Dopo più di venti anni di lavoro come infermiera in una clinica privata posso dire di avere acquisito una certa esperienza per affrontare quelle che sono le problematiche tipiche del settore, anche se bisogna ammettere che il privato è un settore che, volendo usare un eufemismo, riserva continue sorprese. Ma mi sono sempre piaciute le sfide e con un po’ di caparbietà ho potuto ottenere qualche soddisfazione, l’ultima è stata quella di entrare a far parte del Direttivo Nazionale, grazie anche al supporto di coloro che mi hanno votata.
Oggi insomma, se ancora poco posso chiedere alla mia professione, penso ci siano invece sempre tanti obiettivi da conseguire per quel concerne il Nursind.
Le rivendicazioni più che i desideri di ogni professionista infermiere sono senz’altro quelle di avere un ruolo bene definito nel contesto sanitario, sia esso pubblico che privato; un ruolo che gli permetta di rispondere al bisogno di salute con autonomia e responsabilità. Ma quanti infermieri oggi lavorano realmente in queste condizioni?
Quanti infermieri si occupano del piano assistenziale infermieristico, della diagnosi infermieristica, del “problem solving”?
Credo in una più ampia modalità di “presa in carico” del paziente dove l’infermiere abbia un ruolo definito e non subordinato come invece troppo spesso accade.
Assistiamo, specie negli ultimi tempi, ad intensi dibattiti sulle “competenze avanzate infermieristiche “ ma troppo spesso ad avanzare sono solo le barelle, spinte dagli infermieri.
Quali sono secondo la tua personale opinione ed esperienza i problemi più rilevanti per gli infermieri impiegati nel settore privato e come pensi che si possano contrastare?
Le problematiche che vivono gli infermieri della sanità privata hanno un’unica radice: i CCNL a loro applicati, peggiorativi e discriminanti rispetto al contratto del pubblico impiego, talvolta al limite della liceità.
Di recente, infatti, solo per citare un caso, ci stiamo occupando del problema di alcuni lavoratori delle cooperative sociali costretti alla “reperibilità con obbligo di residenza in struttura”.
Stiamo parlando dell’art. 57 del CCNL delle Cooperative Sociali 2010/2012, contratto sottoscritto da CGIL CISL e UIL, quindi non dagli ultimi arrivati.
Grazie a questo articolo del contratto le cooperative utilizzano la reperibilità per non corrispondere lavoro ordinario notturno! sfruttando gli infermieri così costretti a dormire nelle strutture, retribuendo il tutto con una misera indennità lorda giornaliera di 5,13 euro!
Finché ci saranno OO.SS. asservite ai padroni disposte a sottoscrivere simili contratti, gli infermieri della sanità privata saranno sempre penalizzati.
A favorire poi il fenomeno delle Cooperative e la loro inarrestabile crescita sono le aziende pubbliche che per sopperire alle carenze di personale preferiscono appaltare lavoro alle stesse cooperative ad un costo decisamente inferiore, è così che si crea il precariato (buste paga più basse, contributi pagati per metà e ridotte tutele). Ed anche il motivo del blocco delle assunzioni è presto spiegato.
La soluzione è quella di avviare un percorso che porti ad un contratto unico della sanità, in modo da estendere e garantire ai lavoratori del privato le stesse tutele del contratto pubblico.
Il Nursind lo ribadisce da sempre, questa infatti è una delle delle proposte presentate all’ultimo Congresso Nazionale insieme ad altre 15 mozioni.
Come riesci a conciliare la tua vita personale, professionale con l’attività di volontariato attivo nel Nursind, specialmente ora in questo nuovo ruolo?
Questo nuovo ruolo è in realtà qualcosa che come dicevo è maturato gradualmente. Conciliare il lavoro con l’attività sindacale non è semplice, spesso le due cose si susseguono senza soluzione di continuità. 24 ore sembrano talvolta non bastare e ne risente spesso il riposo.
Che aspettative e progetti avevi prima di entrare a far parte della Direzione Nazionale Nursind? E ora credi che sia possibile concretizzarle?
i progetti devono seguire le aspettative e viceversa, conta il gruppo, fare squadra, alzare l’asticella.
Abbiamo già constato che ci sono ampi margini di crescita anche nella sanità privata ed è questa la strada che dobbiamo percorrere, come gruppo e come sindacato.