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Intraossea a Pisa: a “B.I.G:” experience. L’impatto della formazione teorico-pratica sugli Infermieri: i primi risultati dello studio

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 07/10/2019 vai ai commenti

FormazioneToscana

Si è tenuta Venerdì 4 Ottobre a Pisa, presso la sede del NurSind, la terza edizione del corso ECM “accessi vascolari in emergenza: l’intraossea su lattante, bambino e adulto”.

 

Anche qui i posti disponibili con accreditamento ECM sono andati velocemente a ruba, e di conseguenza abbiamo trovato un’aula colma di colleghi provenienti da tutta la Toscana (compresa l'Isola d'Elba) e qualcuno anche dalla Lombardia ad accoglierci.

 

A fronte di una costruttiva interazione e dal confronto con i colleghi di Pisa, sono emersi aspetti nuovi rispetto alle passate edizioni: qui molti colleghi, nei propri luoghi di lavoro, possiedono già i dispositivi meccanici a scatto (BIG) e automatici (Ez-IO). Colleghi operanti nei Pronto Soccorso, nelle Sale Parto e TIN, nel 118.

 

È emerso però il sussistere di una certa reticenza nell’utilizzo di questi dispositivi da parte dei colleghi. Molti conosco il dispositivo, lo hanno visto usare, ma sostanzialmente quasi nessuno, prima di frequentare il corso, lo aveva mai impiantato.

 

Vige ancora una sorta di refrattarietà nell’utilizzo dei dispositivi di intraossea da parte dell’Infermiere, che lascia spesso che sia il Medico a praticarla. Il target di questo “per-corso” è proprio quello di consentire agli Infermieri di acquisire una maggiore confidenza teorico-pratica con l’intraossea.

 

Ci sono già stati recapitati video e foto di colleghi che dopo aver frequentato le edizioni precedenti del corso hanno iniziato a posizionare l’intraossea, eccone una dalla Sicilia:

 

Dall’analisi dei questionari anonimi somministrati a Pisa emergono dei risultati importanti: quasi tutti i colleghi presenti al corso conoscevano, anche marginalmente, cosa fosse l’intraossea. L’83% di questi dopo aver frequentato il corso teorico-pratico si sentirebbe in grado di praticarla in maniera autonoma, il rimanente 17% dichiara di sentirsi adeguato a reperire un accesso intraossea ma previo un piccolo periodo di affiancamento. Il dubbio che persiste in alcuni, infatti, è relativo alla capacità di azzeccare il giusto punto di repere.

 

Riteniamo che la capacità formativa di questo corso sia dovuto al fatto che la didattica è estremamente ancorata alle linee guida scientifiche internazionali in merito all’utilizzo della I.O., le slides sono ricche di video molto pratici ed esplicativi che consentono ai discenti di comprenderne a fondo le basi anatomiche, fisiologiche e funzionali.

Inoltre i kit ad alta fedeltà utilizzati per i tavoli “pratici” consentono di riprodurre una simulazione realistica ed efficiente, capace di trasmettere al corsista un senso di competenza e padronanza, che lo porta a sentirsi in grado di posizionare un accesso intraosseo anche su un paziente reale.

 

In senso assoluto, i quasi 300 questionari finora somministrati, testimoniano come la formazione teorico-pratica di qualità abbia un impatto importante sul cambiamento dell’Infermiere nella conduzione della propria attività assistenziale quotidiana e costituisca un settore sul quale puntare se si vuole imprimere con efficacia un miglioramento nella qualità della performance quotidiana del professionista.