CCNL 2022/24: ecco i nuovi requisiti per accedere all’Area di Elevata Qualificazione
Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto sanità 2022/2024 introduce una novità storica: per la prima volta, l’accesso all’Area di Elevata Qualificazione è possibile anche con la laurea triennale. L’Articolo 16 del CCNL segna un passaggio decisivo nel riconoscimento del valore professionale dei lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale, ampliando in modo concreto le opportunità di carriera per chi è già operativo nei servizi.
Un cambio di paradigma
Fino ad oggi, l’accesso ai livelli più alti della classificazione professionale era rigidamente riservato a chi possedeva una laurea magistrale o titoli equipollenti. Con la nuova normativa, invece, chi è in possesso di una laurea triennale coerente con il proprio profilo potrà accedere all’Area, a condizione di avere maturato almeno sette anni di esperienza in incarichi funzionali.
Una svolta che rompe uno schema consolidato e che valorizza in modo più inclusivo la competenza professionale maturata sul campo. L’esperienza acquisita – anche a tempo determinato o con discontinuità – viene riconosciuta se svolta in ruoli di media o elevata complessità organizzativa, sia nel comparto sanità sia in ambiti equivalenti del pubblico e del privato.
Chi entra nell’Area di Elevata Qualificazione
L’Area è riservata ai professionisti che già operano con un alto livello di autonomia e responsabilità, coordinando processi complessi, gestendo risorse e contribuendo direttamente alla qualità e all’efficienza dei servizi sanitari. I profili inquadrati in questa fascia manterranno la denominazione originaria con l’aggiunta della dicitura “di elevata qualificazione”, sancendo il riconoscimento formale delle loro competenze avanzate.
Titoli richiesti e percorsi alternativi
Il CCNL prevede tre vie per l’accesso all’Area:
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Laurea magistrale o specialistica + almeno 3 anni di esperienza in incarichi funzionali;
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Laurea triennale coerente + almeno 7 anni di esperienza;
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Titoli equipollenti ai sensi della Legge 42/1999 + almeno 7 anni di esperienza.
Più spazio al merito, meno rigidità formale
L’introduzione della triennale tra i titoli validi abbatte una barriera storica, riconoscendo che il merito e le competenze reali non sempre coincidono con il possesso di un titolo accademico superiore. È una mossa che può contribuire a valorizzare i professionisti che, pur privi della magistrale, svolgono da anni ruoli centrali nella gestione dei servizi sanitari pubblici.
Un’opportunità da cogliere
L’Articolo 16 rappresenta un’occasione di crescita e stabilizzazione per molti lavoratori e un passo avanti nel rafforzamento della sanità pubblica. Ora la responsabilità passa alle aziende ed enti del comparto: dovranno applicare questi criteri in modo trasparente, premiando chi, spesso nell’ombra, ha garantito continuità e qualità ai servizi.
Per chi ha creduto nel proprio lavoro, anche con una laurea triennale, è il momento di vedere riconosciuto – finalmente – il proprio ruolo.