50 euro lordi per ogni ora in più: ecco cosa prevede l’Articolo 32 del CCNL
L’Articolo 32 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022/2024 per il personale del comparto sanità disciplina la possibilità, per gli operatori delle professioni sanitarie con contratto a tempo pieno, di svolgere prestazioni aggiuntive su base volontaria, al di fuori dell’orario ordinario di servizio.
Queste prestazioni possono essere richieste esclusivamente in tre casi:
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per la riduzione delle liste d’attesa;
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per far fronte a carenze di organico temporanee, in attesa dell’espletamento delle procedure di assunzione;
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per conseguire obiettivi ulteriori rispetto a quelli assegnati.
Una tariffa fissa: 50 euro lordi all’ora
La retribuzione prevista è pari a 50 euro lordi omnicomprensivi per ogni ora prestata. Una cifra che può apparire allettante, soprattutto in tempi di inflazione, ma che si scontra con un vincolo rigido: il tetto di spesa complessiva. Ogni Azienda o Ente, infatti, deve mantenere l’invarianza finanziaria, prendendo come riferimento la spesa media sostenuta nel quinquennio 2015-2019, al netto di fondi straordinari.
Questo significa che, per molti enti, le risorse per le prestazioni aggiuntive sono limitate e soggette a confronto regionale.
Non durante permessi, congedi o ferie
Il legislatore chiude ogni ambiguità sull’uso delle prestazioni extra. Queste ore non possono essere cumulate con assenze, permessi o ferie e devono essere registrate con i consueti strumenti aziendali. Inoltre, devono rispettare le normative su riposi giornalieri, settimanali e sul tetto massimo di ore lavorabili, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 66/2003.
Regolamento attuativo
Le Aziende ed Enti sono tenute ad adottare un apposito regolamento interno per disciplinare modalità e criteri di attuazione, nel rispetto delle direttive nazionali e regionali e delle norme sul confronto sindacale previste dal contratto.
Sono inoltre fatte salve eventuali disposizioni di legge che, con fondi specifici, possano aumentare le tariffe orarie o ampliare le risorse disponibili, oltre i limiti fissati dal contratto.
Il nodo politico: incentivare o investire?
Le prestazioni aggiuntive possono essere una valvola di sfogo per affrontare problemi contingenti, ma non devono diventare una scappatoia sistemica. La vera priorità resta quella di assumere, stabilizzare e valorizzare il personale, con investimenti strutturali e non solo incentivi spot.
Se usato con equilibrio e trasparenza, l’Articolo 32 può aiutare a gestire criticità temporanee.