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Infermieri militari. Nessun obbligo di iscrizione all’Ordine. Per il Tribunale di Roma non vi è esercizio abusivo di professione

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/06/2020

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Il procedimento penale avviato dalla Procura di Roma, su impulso del Sindacato dei Militari, per accertare la regolarità dello svolgimento della professione infermieristica da parte degli infermieri militari delle Forze armate, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza non regolarmente iscritti all’Ordine, è stato archiviato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale Ordinario di Roma: non vi sono i presupposti per ravvisare l’esercizio abusivo di professione.

Motivazione dell’archiviazione

Secondo il Sostituto Procuratore l’esercizio abusivo della professione da parte degli infermieri – che operano in ambito militare – privi dell’iscrizione al relativo Ordine, non sussiste in relazione alla sopravvenuta deroga introdotta dalla Legge 30 dicembre 2018, n. 145, art. 1, comma 537 (c.d. manovra finanziaria 2019).

Ovvero: Al fine di garantire la continuita'  e  la  funzionalita'  dei servizi  sanitari  nonche'   di   conseguire   risparmi   di   spesa, all'articolo 4 della legge 26 febbraio 1999, n. 42, dopo il  comma  4

e' aggiunto il seguente:

     « 4-bis. Ferma  restando  la  possibilita'  di  avvalersi  delle

procedure per  il  riconoscimento  dell'equivalenza  dei  titoli  del

pregresso ordinamento alle lauree delle professioni sanitarie di  cui

alla legge 1° febbraio 2006, n. 43, coloro  che  svolgono  o  abbiano

svolto un'attivita' professionale in regime di  lavoro  dipendente  o

autonomo,  per  un  periodo  minimo  di  trentasei  mesi,  anche  non

continuativi, negli ultimi dieci anni, possono continuare a  svolgere

le attivita' professionali previste  dal  profilo  della  professione

sanitaria di riferimento, purche' si iscrivano, entro il 31  dicembre

2019, negli elenchi speciali  ad  esaurimento  istituiti  presso  gli

Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle  professioni

sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione ».

La norma non cita gli Infermieri militari e tale motivo non vi è per il tribunale di Roma, nessun obbligo di iscrizione all’Ordine.

 

“A dispetto delle chiarissime ed inequivocabili ammissioni dei vertici militari in merito all’esistenza del delitto di esercizio abusivo della professione sanitaria in capo agli infermieri, il Pubblico Ministero e poi il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale Roma hanno ritenuto, in modo tanto assurdo quanto inaccettabile, di dover chiedere e disporre l’archiviazione del procedimento -  a riportarlo in una nota a commento della sentenza, i vertici del Sindacato dei Militari, che continua- Questa Organizzazione sindacale ha sempre ritenuto che tale situazione, di estesa e permanente illegalità, sia stata indotta e consentita dai vertici militari di ciascuna componente delle FF.AA. e dei Corpi Armati ad ordinamento militare. Dagli atti dell’indagine, e dagli ulteriori elementi prodotti all’udienza davanti al Giudice, dott. Livio Sabatini, è emerso chiaramente che per poter esercitare la professione infermieristica è obbligatoria l’iscrizione all’albo professionale e che non esiste alcuna deroga all’obbligo di iscrizione all’albo professionale per i militari esercenti le professioni sanitarie non tecniche”.

Con estrema preoccupazione riteniamo di poter affermare che la Procura di Roma e il Tribunale Ordinario di Roma, con le rispettive decisioni, abbiano, di fatto, legittimato l’esercizio abusivo della professione infermieristica da parte degli infermieri militari che alla data della denuncia non erano iscritti all’albo professionale e, contemporaneamente, i vertici militari a determinarne l’impiego, sia nell’ambito delle strutture sanitarie militari sia in quelle civili dove operano in regime di convenzione.

Per questi motivi, ricordando con forza a noi stessi i principi costituzionali sull’obbligo delle istituzioni di garantire la tutela della salute, sull’uguaglianza di tutti i cittadini difronte alla legge e dell’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale, rivolgiamo un accorato appello al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, dott. Michele Prestipino, affinché chieda l’immediata riapertura delle indagini e con ciò, conseguentemente, provveda ad esercitare correttamente l’azione penale.

Allo stesso modo rivolgiamo un appello al Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (F.N.O.P.I.), dott.ssa Barbara Mangiacavalli, perché intervenga con l’urgenza che il caso richiede e ponga in essere ogni azione per contrastare efficacemente l’esercizio abusivo della professione infermieristica nell’ambito delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare. Alla Presidente Mangiacavalli chiediamo azioni che non si risolvano in una mera annotazione nell’agenda delle cose da fare ma siano invece l’esempio della concretezza degli irrinunciabili principi su cui si fondano gli Ordini e la stessa professione”, conclude la nota.

 

Marialuisa Asta