Influenza aviaria 2025: Italia in stato di vigilanza, focolai critici in Europa orientale
La situazione italiana relativa all'influenza aviaria è attualmente sotto controllo, nonostante una circolazione del virus ancora attiva tra il pollame e gli uccelli selvatici. È quanto emerge dai recenti rapporti del Ministero della Salute e dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, in collaborazione con il Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria.
L'Italia, rispetto ad altri Paesi europei come Polonia, Ungheria, Germania e Olanda, dove si registrano importanti criticità, mantiene una gestione efficace dei focolai grazie a interventi mirati e al rafforzamento delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli.
I numeri della sorveglianza
Dal 1° ottobre 2023 sono stati notificati in Italia 54 focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (H5) in pollame e oltre 40 casi in uccelli selvatici. Le regioni più interessate sono Veneto e Lombardia, aree strategiche per la produzione avicola nazionale.
Strategia di contenimento
Il nostro Paese ha implementato:
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Zone di restrizione attorno ai focolai.
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Sorveglianza clinica intensificata.
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Vaccinazione mirata per alcune specie a rischio.
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Campagne di sensibilizzazione per gli allevatori.
Parallelamente, è stato avviato un piano vaccinale pre-pandemico per gli operatori esposti al rischio (come veterinari, tecnici di laboratorio e personale sanitario impegnato nella gestione dei casi sospetti), in collaborazione con le aziende farmaceutiche Seqirus e GSK.
Il rischio di trasmissione all’uomo è definito “basso” per la popolazione generale, ma resta "moderato" per gli operatori che lavorano a contatto diretto con il pollame infetto, come sottolineato anche dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC).
Preoccupazione per possibili mutazioni
Un altro fronte di attenzione è legato alla possibilità che il virus H5N1 possa acquisire mutazioni tali da aumentare la sua capacità di infettare l’uomo. Ad oggi, non si registrano trasmissioni interumane sostenute, ma gli esperti invitano alla massima vigilanza epidemiologica.
Conclusioni
L’influenza aviaria resta una sfida complessa che richiede un approccio integrato tra sanità animale e sanità umana. Gli infermieri, con la loro competenza nella gestione della prevenzione, nella sorveglianza e nell’educazione sanitaria, si confermano una colonna portante nel contenimento di questa emergenza.