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Long Covid, dalla stanchezza al danno permanente d’organo. Ecco cos’è

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/01/2021

CoronavirusProfessione e lavoroStudi e analisi

Gli esperti lo chiamano “Long Covid”, e sono le conseguenze della malattia da Coronavirus, che permangono a distanza dalla guarigione, in persone giovani e perfettamente sane prima di essere stati contagiate dal Covid-19. Adesso emerge come potrebbe colpire le persone abbracciando quattro differenti sindromi. Ad affermarlo i ricercatori, in un rapporto del National Institute for Health Research inglese, ripreso dalla Bbc.

 

La maggior parte della ricerca e dei dati si è concentrata sullo spettro grave della malattia e su quelli con gravi problemi respiratori. Nei primi mesi della pandemia, poca attenzione è stata prestata alla popolazione infetta che non era abbastanza malata per andare in ospedale, che rappresentava il 99 per cento dei casi.

A marzo, il King's College di Londra e la società di scienze della salute ZOE ha lanciato un'App che ha raccolto la più ampia gamma di sintomi che le persone accusavano e ha chiesto loro di registrarli ogni giorno. Oltre 4 milioni di persone hanno fornito i loro dati e questo ha permessi approfondimenti unici non disponibili dalle statistiche sanitarie di routine. La prima intuizione dopo poche settimane è stata che la perdita dell'olfatto era di gran lunga il miglior predittore di Covid-19, oltre a un test del tampone positivo. Ciò ha portato molti paesi ad adottare questo come un sintomo ufficiale oltre a febbre e tosse o mancanza di respiro. L'altra intuizione è stata che moltissime persone non sono miglioravano dopo due settimane come previsto.

Monitorati continuamente, tramite App, è emerso che un numero significativo aveva ancora problemi dopo mesi.

E’ emersa quindi la consapevolezza che i sopravvissuti possono avere una malattia cronica debilitante per molti mesi, il cosiddetto Covid lungo. Questo termine è usato per descrivere le persone che continuano a soffrire di sintomi di Covid-19 al di fuori del periodo di due settimane in cui si ritiene siano infette.

Quali sono i sintomi di "Long Covid"? La comprensione del Covid lungo è ancora nelle sue fasi iniziali, ma i sintomi più comunemente riportati, citati in vari studi, includono:

  • Fatica eccessiva/esaurimento
  • Mancanza di respiro
  • Mal di testa
  • Insonnia
  • Affaticamento / dolori muscolari
  • Dolore al petto
  • Tosse persistente
  • Perdita di gusto e odore
  • Febbri intermittenti
  • Eruzioni cutanee
  • Malessere post-sforzo.

Ci sono altri sintomi meno comuni che sono stati segnalati da lunghi malati di Covid, che devono ancora essere confermati dagli studi: problemi di udito, problemi cognitivi come "nebbia del cervello" problemi di salute mentale e la perdita di capelli.

Adesso gli scienziati avanzano l’ipotesi che essi possano appartenere alle seguenti condizioni:

  1. Sindrome post terapia intensiva (PICS);
    2. Sindrome post-affaticamento virale (PVFS);
    3. Danno permanente d’organo (POD); 
    4. Sindrome Covid a lungo termine (LTCS).

Sindrome da post-terapia intensiva,  ovvero, i guariti da Covid, sperimentano situazioni tipiche di pazienti che sono sopravvissuti a un periodo in terapia intensiva: sono troppo deboli per stare seduti da soli o sollevarsi dal letto. Alcuni possono perfino avere difficoltà a parlare o deglutire. Dal punto di vista psicologico, taluni hanno sviluppato forme depressive o disturbo da stress post-traumatico.

Sindrome post-affaticamento virale, a prevalere sono la stanchezza e l’annebbiamento, costituendo una condizione osservata anche dopo l’infezione da altri virus come enterovirus o rosolia

Danno permanente d’organo, alcuni soggetti presentano prove di danni permanenti agli organi causati dal virus, in particolare ai polmoni e al cuore. Non è ancora chiaro se il danno post-Covid-19 osservato in alcuni casi anche su fegato e pancreas possa essere permanente.

Sindrome Covid a lungo termine, una delle condizioni più diffuse e difficili da inquadrare a livello clinico: i pazienti lamentano “montagne russe di sintomi che riguardano tutto il corpo”. Si tratta di disturbi fluttuanti transitori, la cui intensità è variabile: essi potrebbero essere dovuti alla condizione di un sistema immunitario colpito e in ripresa, suggeriscono gli esperti.

Da cosa dipende la sindrome post Covid

Gli studiosi ipotizzano che la sindrome da stanchezza post-virale possa intervenire secondo due meccanismi:

  • reazione immunitaria ai residui del coronavirus nell'organismo,
  • diffusione di microcoaguli che riducono l'afflusso di sangue ossigenato nel corpo. Da questo problema vascolare potrebbero dipendere anche i mal di testa e l'affanno riportati da molti guariti.

Il senso di fatica potrebbe anche essere una conseguenza dell'attacco del virus alle cellule che rivestono le pareti dell'intestino, che si infettano e si infiammano: il virus persiste infatti a lungo nelle feci anche dopo essere scomparso dai tamponi nasali, e finché l'equilibrio batterico intestinale non è ripristinato possono prevalere stanchezza, mancanza di appetito, perdita di peso.

Problemi al cuore

Il coronavirus SARS-CoV-2 può attaccare il muscolo cardiaco, e nei sopravvissuti a questo aspetto della malattia sembra poter causare danni cardiaci a lungo termine, oltre a inasprire i disturbi al cuore preesistenti.

Impatti neurocognitivi

Sempre più ricerche evidenziano sintomi neurologici nei pazienti ricoverati per Covid, come mal di testa, vertigini, perdita di coscienza, disturbi della vista, perdita dell'olfatto e del gusto, dolore cronico. Ed ancora disturbi dell'attenzione, della concentrazione e della memoria, nonché possibili disfunzioni dei nervi periferici che raggiungono le dita, le braccia, le gambe.

 

Lesioni polmonari

I danni polmonari del virus SARS-CoV-2 possono lasciare sui tessuti cicatrici perenni, con conseguente difficoltà a tornare alla vita di tutti i giorni. Il coronavirus attacca entrambe i polmoni. Le sequele polmonari possono verificarsi anche in pazienti senza patologie precedenti, come dice Sarah, una dipendente del Bellvitge University Hospital. "È come se la nostra capacità fosse ridotta a un bicchierino. "Mi fa rabbia vedermi così - spiega questo operatore sanitario che ha perso 4 chili di massa muscolare in 21 giorni - nonostante faccia esercizio fisico per migliorare la capacità polmonare, la stanchezza , "è ancora lì" .

Fino al 10% di riduzione della capacità aerobica.

 

da:

NHR- Living with Covid19

The Guardian