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Trapianto di rene in Italia: il CNT pubblica il report di qualità 2002–2022

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 19/05/2025

AttualitàStandard Assistenziali

"Dati clinici, esiti e indicatori di processo: un'analisi utile anche per la pratica infermieristica"

Il Centro Nazionale Trapianti (CNT) ha pubblicato l’atteso aggiornamento del rapporto di valutazione della qualità dell’attività di trapianto di rene in Italia, che prende in esame un arco temporale di venti anni (2002–2022). Il documento, frutto dell’elaborazione del Sistema informativo e dei flussi dati del CNT, offre una panoramica estremamente dettagliata e stratificata sull’attività dei 38 centri trapianto attualmente operativi nel nostro Paese.

Il report è articolato in tre sezioni principali:

  1. Fase di iscrizione in lista d’attesa

  2. Attività di trapianto

  3. Follow-up post-trapianto

A queste si aggiungono due approfondimenti specifici, uno sui trapianti da donatore vivente, l’altro sui trapianti in età pediatrica. Le analisi non solo considerano l’intero periodo osservato, ma pongono un particolare accento sul quinquennio 2018–2022, per rilevare l’effetto di eventuali riorganizzazioni sanitarie o impatti pandemici.

Dati epidemiologici e clinici

Tra il 2002 e il 2022:

  • Sono stati 45.066 i pazienti inseriti in lista d’attesa per trapianto di rene: il 64% uomini, il 36% donne. Il 3,4% riguarda l’età pediatrica.

  • Le principali patologie renali all’origine del trapianto sono le nefropatie glomerulari (39%) e le nefropatie ereditarie (20%).

  • Il 50% dei pazienti viene trapiantato entro 24 mesi dall’iscrizione.

In termini di attività trapiantologica:

  • Eseguiti 34.484 trapianti da donatore deceduto

  • Eseguiti 4.599 trapianti da donatore vivente, distribuiti in 35 centri.

Esiti clinici

I risultati sono altamente incoraggianti:

  • Sopravvivenza a 1 anno: 97,3%

  • Sopravvivenza a 5 anni: 91,5%

  • Sopravvivenza a 10 anni: 80,7%

Per i trapianti da donatore vivente, le performance sono ancora migliori:

  • 98,7% a 1 anno, 96,8% a 5 anni

  • I donatori sono nel 62,6% dei casi consanguinei, con una prevalenza materna del 29,1%

  • Dal punto di vista del reinserimento sociale e lavorativo:
  • Il 92,5% dei pazienti trapiantati è in grado di lavorare o tornare attivo

  • Solo il 3% presenta condizioni cliniche tali da impedire la ripresa

Implicazioni per la professione Infermieristica

Per gli infermieri impiegati nei reparti di nefrologia, dialisi e trapianto – ma anche per coloro coinvolti nel procurement, nel coordinamento donazioni e nel follow-up post-trapianto – questo rapporto rappresenta uno strumento essenziale di audit clinico e miglioramento continuo.

Il report può essere utilizzato:

  • Per analizzare criticità e punti di forza nei percorsi assistenziali

  • Per sviluppare protocolli infermieristici evidence-based nel pre- e post-trapianto

  • Per migliorare la presa in carico e l’aderenza terapeutica nel follow-up

  • Come base per attività di formazione e aggiornamento professionale

Particolare attenzione va riservata alla gestione della cronicità e della compliance terapeutica, temi centrali nell’accompagnamento del paziente trapiantato. Il ruolo infermieristico si configura sempre più come cerniera operativa tra team medico e paziente, nella gestione integrata delle complicanze, delle infezioni post-trapianto e della vigilanza sull’interazione farmacologica.

Come sottolineato dal Direttore generale del CNT, Giuseppe Feltrin, «valutare la qualità dei trapianti è uno dei compiti più delicati e importanti del CNT, perché consente alla Rete nazionale di identificare criticità e intervenire per tutelare il diritto alla salute dei pazienti».

Il documento completo è scaricabile dal sito del Centro Nazionale Trapianti e rappresenta una lettura imprescindibile per tutti i professionisti sanitari coinvolti nel percorso trapiantologico.