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Morire di troppo lavoro. L’OMS lancia l’allarme: rischio infarto oltre le 40 ore settimanali

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 27/04/2022

Professione e lavoroStudi e analisi

 

In Giappone si usa il termine Karoshi (letteralmente «morte da lavoro eccessivo»), un fenomeno che nel Paese registra numeri elevati. La morte, dovuta a infarto, ictus, emorragia cerebrale, insufficienza cardiaca, è causata da stress eccessivo connesso ad una vita lavorativa eccessivamente estenuante. Ma non solo la morte è causata anche da mancate cure mediche a causa della mancanza di tempo libero per recarsi da un medico, ed ancora ai suicidi.

A lanciare l’allarme è l’OMS, che in un recente studio scientifico condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’International Labour Organization, spiega infatti quali sono i rischi connessi al lavorare troppo durante la settimana.

Lavorare oltre le 40 ore settimanali può essere mortale: trta  il 2000 e il 2016,  il numero delle morti dovute all’aver lavorato troppo è aumentato: del 42% per problemi cardiaci e del del 19% per ictus.

La pandemia non ha certo migliorato la situazione, anzi l’ha peggiorata su tutti i fronti, perché contrariamente a quanto si possa pensare, il numero di ore di lavoro è aumentato di circa il 10% durante i lockdown.

Da una parte il ricorso al telelavoro ha creato la dipendenza da terminale e la tendenza a non avere un orario di fine ed inizio dal lavoro, è il caso degli insegnanti in DAD ad esempio, costretti alla connessione perenne, con conseguente eccessivo stress lavoro-correlato. A questo fenomeno, i governi stanno ovviando, applicando la legge sul diritto alla disconnessione.

Dall’altra, chi non ha potuto ricorrere allo smartworking, ha visto la riduzione del personale nelle aziende, con conseguente sfruttamento di quello che rimane. Esempio su tutti, quello del personale sanitario, che per fronteggiare la pandemia ha dovuto rinunciare per due anni a ferie e riposi, causa organico ridotto all’osso.

Per ridurre questi rischi, propongono dall'Oms, i governi dovrebbero introdurre leggi e politiche che vietino lo straordinario obbligatorio e garantiscano limiti massimi all'orario di lavoro.