ENDS : l'intrigante moda che nasconde dipendenza e minacce per la salute
Negli ultimi anni, l'uso dei dispositivi ENDS (Electronic Nicotine Delivery Systems) tra gli adolescenti è aumentato significativamente guadagnando popolarità sin dal 2006, anno in cui sono stati introdotti sul mercato. Gli ENDS sono dispositivi elettronici facenti parte del mondo del "vaping" che simulano il fumo tradizionale senza bruciare il tabacco, ma fornendo nicotina. Questi dispositivi sono disponibili in varie forme, tra cui spiccano le sigarette elettroniche tradizionali, "heat-not-burn" e "pod-mod". Gli "e-liquid" utilizzati contengono nicotina, un solvente, un aroma e spesso altre sostanze non dichiarate come alcaloidi del tabacco, formaldeide e acroleina, che possono essere irritanti e potenzialmente cancerogene.
Il crescente uso degli ENDS tra gli adolescenti porta con sé vari rischi, uno dei principali è la dipendenza dalla nicotina. È infatti stato documentato che Il cervello dell’adolescente è più vulnerabile agli effetti gratificanti della nicotina, che stimola i sistemi di “reward” e il rilascio di dopamina, causando una vera e propria dipendenza che si manifesta con desiderio di riassumere la sostanza e sintomi da astinenza. Da segnalare inoltre una progressiva tolleranza da parte dei giovani ad effetti della nicotina quali calo dell’appetito, innalzamento del tono dell’umore ed effetti sul livello di attenzione.
I dispositivi ENDS rilasciano nicotina anche in quantità maggiori rispetto alla sigaretta tradizionale, rendendo gli adolescenti più facilmente dipendenti. Ci sono studi che suggeriscono come il loro uso in adolescenza possa portare all’uso concomitante di altre sostanze, quali sigarette tradizionali o, più raramente, sostanze stupefacenti (effetto “gateway”). Questa ipotesi vede nel proprio razionale il fatto che l’uso di ENDS possa ridurre la percezione del rischio associato al consumo di nicotina, rendendo gli adolescenti più propensi a sperimentare nuove sostanze e “dispositivi”.
Come noto, gli adolescenti sono fortemente influenzati dai coetanei, e gli ENDS appaiono spesso come un oggetto di utilizzo comune tra i personaggi pubblici, rendendo forse il loro uso un mezzo di accettazione in società.
La Commissione europea su ambiente, salute, rischi ambientali ed emergenti (Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks, SCHEER) si è espressa sui rischi sulla salute associati all’uso degli ENDS, quali:
- effetto di tipo irritativo a carico del tratto respiratorio a causa dell’esposizione a polioli, aldeidi e nicotina (evidenza moderata)
- effetti sistemici a lungo termine sul sistema cardiovascolare (evidenza moderata)
- neoplasie a carico del tratto respiratorio per l’esposizione a nitrosamine, acetaldeide e formaldeide (evidenza debole/moderata).
Tra questi è importante anche segnalare gli effetti acuti da intossicazione per l’ingestione accidentale dei liquidi contenuti nei dispositivi da parte dei bambini attirati dall’aspetto accattivante e colorato, nonché i danni da ustioni per esplosioni accidentali, documentate con migliaia di eventi negli Stati Uniti.
Sono stati registrati anche casi definiti come “EVALI”, ovvero “E-cigarette, or Vaping, use Associated Lung Injury”, i quali si manifestano con sintomi respiratori fino al distress respiratorio acuto ed un caratteristico quadro radiologico, legati principalmente a dispositivi contenenti tetraidrocannabinolo (THC) e vitamina E.
Nel prossimo futuro sarà quindi importante regolamentare la vendita e la distribuzione degli ENDS, informando giovani e famiglie sui rischi per la salute associati a questi prodotti, attivando campagne a livello nazionale di sensibilizzazione con interventi di prevenzione nelle scuole e sui social. Ciò potrebbe includere l’implementazione di limiti di età e di etichette di avvertimento sui prodotti ENDS, come già avviene da tempo per le sigarette tradizionali, e una regolamentazione del marketing che impediscano strategie che mirino agli adolescenti come l'utilizzo di aromi che richiamano l'infanzia e che creano una ridotta percezione del rischio associato.
Fonte: Società italiana di Pediatria