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Le vostre tesi: Il ruolo del Caregiver nella gestione assistenziale

Isabella La Pumadi
Isabella La Puma
Pubblicato il: 16/10/2023

Professione e lavoroStudenti infermieri

Infermieristicamente aiuta gli studenti con le loro tesi. Pubblichiamo e divulghiamo i vostri questionari in modo da farvi avere più risposte possibili, quindi più dati da utilizzare!

Oggi divulghiamo il questionario di Alessia D'Apote, laureanda in infermieristica dell’UCSC (Università Cattolica Del Sacro Cuore) con sede a Campobasso. Sta svolgendo una ricerca sull'importanza della figura del caregiver rivolta a infermieri, parenti, figli e tutti coloro che partecipano nella gestione assistenziale del paziente a proprio carico. Lo scopo principale è di verificare quale modalità di assistenza progettare, sviluppare, validare e promuovere per il miglioramento del benessere psico-fisico dei soggetti coinvolti e di tutto il loro contesto socio-familiare. 

Il termine inglese caregiver è entrato ormai stabilmente nell’uso comune per indicare “chi si prende cura” e si riferisce alle persone che assistono per un periodo continuativo di tempo, un loro congiunto ammalato e/o disabile non autosufficiente. La persona che si prende cura di un proprio familiare è detta anche caregiver informale o caregiver familiare  per distinguerlo dai caregivers formali, che svolgono la loro attività di cura sotto forma di lavoro retribuito. I caregivers formali sono sia figure professionali che lavorano nella sanità (operatori socio-sanitari  o OSS, educatori, psicologi, infermieri, fisioterapisti), sia i/le badanti a cui le famiglie che ne hanno bisogno affidano i loro congiunti in supporto al familiare che se ne prende cura.

Come in tutto il mondo, anche in Italia i principali caregiver familiari o informali sono le donne (fino al 75% del totale) di età compresa tra i 45 e i 64 anni, che spesso lavorano o che hanno dovuto abbandonare la propria attività lavorativa per dedicarsi a tempo pieno alla cura di chi non è più autonomo (nel 60% dei casi).

L’attività di cura svolta dal caregiver familiare o informale consiste in un vero e proprio  lavoro, che tuttavia spesso non si è scelto ma che viene svolto per l’affetto nei confronti del proprio congiunto, e consiste nel provvedere alla cura e all’igiene personale, nonché alla somministrazione di cure mediche, all’assistenza notturna, all’assistenza nei giorni di festa, a favorirne l’integrazione sociale, ad accompagnarlo dal medico, a fornire assistenza in ospedale. I compiti sono spesso numerosissimi, a seconda del tipo di malattia e del livello della non autosufficienza. Molto spesso dunque ci si deve cimentare in attività per cui non si ha un’adeguata preparazione, con il rischio anche di danneggiare involontariamente l’assistito. E’ per evitare ciò che sono nati numerosi corsi di formazione per caregivers che danno supporto e forniscono le basi conoscitive teorico-pratiche per una migliore assistenza. Purtroppo sono quasi tutti corsi privati ma l’introduzione di questi corsi all’interno delle strutture territoriali del SSN in modo uniforme potrebbe sicuramente evitare molti accessi incongrui in PS, ad esempio, e in generale una maggiore sicurezza per pazienti e caregivers.

E’ su questo argomento che indaga la tesi della laureanda Alessia, il cui questionario è aperto non solo agli infermieri ma soprattutto ai caregivers, come familiari e badanti; cliccate numerosi qui!

Credit

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/assistenza-a-familiari-con-disabilita-caregiver-familiari