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L'allarme degli esperti: smartphone prima dei 13 anni collegati a disturbi mentali

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 04/08/2025

Professione e lavoroPunto di VistaStudi e analisi

Una vasta indagine internazionale, che ha coinvolto oltre 100.000 giovani adulti tra i 18 e i 24 anni, ha rivelato una forte correlazione tra il possesso precoce di uno smartphone (prima dei 13 anni) e un peggioramento della salute mentale. I risultati, pubblicati sul Journal of Human Development and Capabilities, mostrano un chiaro legame tra l’uso precoce dei dispositivi e l’insorgenza di problemi mentali.

Lo studio, condotto dal Global Mind Project di Sapien Labs (scarica qui), evidenzia che i giovani che hanno avuto il loro primo smartphone a 12 anni o prima, hanno riportato una maggiore incidenza di disturbi come pensieri suicidi, aggressività, distacco dalla realtà, scarsa gestione delle emozioni e bassa autostima. Questi effetti sembrano essere alimentati dall’accesso prematuro ai social media, dal cyberbullismo, dalla carenza di sonno e da rapporti familiari tesi.

La ricerca ha utilizzato il Mind Health Quotient (MHQ), uno strumento che misura il benessere in ambito sociale, emotivo, cognitivo e fisico. I risultati sono allarmanti: i giovani adulti che hanno ricevuto uno smartphone prima dei 13 anni hanno registrato punteggi MHQ più bassi, e più l’età di primo possesso si abbassa, più il punteggio diminuisce drasticamente. Ad esempio, chi ha avuto lo smartphone a 13 anni ha un punteggio medio di 30, che scende a 1 per chi lo ha avuto a 5 anni.

L’indagine ha anche messo in luce che la percentuale di persone in difficoltà (con almeno cinque sintomi gravi) è aumentata del 9,5% nelle donne e del 7% negli uomini, una tendenza riscontrata in ogni regione e cultura. Tra i sintomi più comuni legati all’uso precoce si evidenziano allucinazioni, distacco dalla realtà e bassa autostima.

Gli autori hanno identificato l’accesso anticipato ai social media come il fattore principale, spiegando circa il 40% di questa correlazione. Altri fattori di rischio includono le difficoltà nei rapporti familiari (13%), il cyberbullismo (10%) e i problemi legati al sonno (12%). Sebbene la pandemia di COVID-19 possa aver aggravato la situazione, la coerenza dei dati a livello globale suggerisce che l’impatto dell’accesso precoce agli smartphone sia strutturale e non un fenomeno isolato.

Alla luce di questi dati, il team di Sapien Labs propone quattro azioni chiave:

  1. Educazione digitale: introdurre percorsi obbligatori di alfabetizzazione digitale e salute mentale nelle scuole.
  2. Verifica dell’età: rafforzare i controlli sull'età di accesso ai social media e introdurre sanzioni severe per le aziende tecnologiche che non li rispettano.
  3. Limitazioni di accesso: limitare l’accesso alle piattaforme social per i minori.
  4. Restrizioni d’uso: implementare restrizioni progressive sull’uso degli smartphone.

La fondatrice di Sapien Labs, la neuroscienziata Tara Thiagarajan, sottolinea l’urgenza di agire, paragonando la situazione alla regolamentazione dell’alcol per i minori. Conclude affermando che il possesso precoce di uno smartphone, visto come un accesso anticipato agli ambienti digitali, sta compromettendo profondamente la salute mentale e il benessere dei giovani, con conseguenze significative per la loro autonomia e la prosperità della società. Gli autori avvertono che, pur essendo necessarie ulteriori ricerche, aspettare prove definitive potrebbe far perdere l’opportunità di un intervento preventivo efficace.

 

Fonte: Tara C. Thiagarajan, Jennifer Jane Newson & Shailender Swaminathan (20 Jul 2025): Protecting the Developing Mind in a Digital Age: A Global Policy Imperative, Journal of Human Development and Capabilities, DOI: 10.1080/19452829.2025.2518313