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Sebastian Aiello a Rai News: Infermieri dimenticati, stipendi bassi e turni massacranti

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 11/04/2025

NurSind dal territorioPiemonte

Il racconto dell’infermiere astigiano: “Amo il mio lavoro, ma serve più dignità per la professione”

Asti – 11 aprile 2025

Stipendi bassi, turni massacranti, carenze strutturali. È questa la fotografia impietosa della professione infermieristica in Italia raccontata da Sebastian Aiello, giovane infermiere in servizio all’Asl di Asti e dirigente sindacale del NurSind, intervenuto in diretta su Rai News 24 durante il programma “Pomeriggio 24” condotto da Laura Tangherlini.

Trentenne, originario della Sicilia, Aiello lavora ad Asti da oltre quattro anni, dove si è trasferito dopo aver vinto un concorso pubblico. La sua è la storia di tanti professionisti del Sud che, in cerca di stabilità e opportunità, si spostano al Nord affrontando sacrifici personali non indifferenti.

“Mi sento ancora un novellino rispetto ad altri colleghi – ha raccontato – ma in questi anni ho toccato con mano quanto la nostra professione sia poco valorizzata. La retribuzione è inadeguata rispetto al ruolo fondamentale che ricopriamo ogni giorno. In molti mi chiedono: perché lo fai? La risposta è la passione, ma non può bastare.”

Aiello ha spiegato come il carico di lavoro, la difficoltà di conciliare la vita privata con i ritmi della corsia e la mancanza di strumenti adeguati rendano la professione poco attrattiva per i giovani. “Se un ragazzo mi chiedesse se vale la pena fare l’infermiere, non saprei cosa rispondere. Viviamo accanto alla sofferenza per tutta la vita lavorativa, ma ci manca il sostegno necessario per affrontarla.”

Un allarme condiviso anche da Gabriele Montana, segretario territoriale di NurSind Asti: “Gli stipendi degli infermieri italiani sono tra i più bassi d’Europa e il mancato rinnovo del contratto aggrava una situazione già difficile. Ogni mese mancano circa 150 euro lordi in busta paga. Così non si può pensare di attirare i giovani nelle corsie.”

I numeri confermano l’emergenza. In Piemonte, ogni anno vanno in pensione 1.000 infermieri, mentre le università ne formano solo 600. A ciò si aggiunge una carenza strutturale di oltre 4.000 unità negli ospedali e di circa 2.000 operatori nelle Rsa. Una voragine destinata ad allargarsi anche per via delle continue dimissioni di chi, sfinito da condizioni lavorative insostenibili, lascia il posto o emigra all’estero.

Nonostante tutto, Aiello non pensa di mollare: “Non ho mai pensato di lasciare. Ho scelto questa strada con convinzione. Ma sogno un futuro diverso per la mia professione, più dignitoso. Ed è questo il motivo per cui ogni giorno porto avanti la mia battaglia sindacale con NurSind.”

La sua voce, come quella di tanti colleghi, si alza per chiedere attenzione, investimenti, e una nuova considerazione per chi ogni giorno è in prima linea al fianco dei pazienti.