Presidio al Niguarda: la sanità milanese al collasso tra blocco ferie e disorganizzazione
La sanità milanese è al centro di una bufera che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza e la tenuta psicofisica degli operatori. È quanto emerge da un duro comunicato stampa inviato da NurSind e dalle altre sigle sindacali, che annunciano un presidio per il prossimo 10 novembre presso l’ASST Niguarda. Il quadro dipinto dalle rappresentanze sindacali è quello di una situazione non più sostenibile, frutto di una combinazione esplosiva di carenze strutturali, decisioni unilaterali e disorganizzazione interna.
- Il “lodo” ferie: un attacco ai diritti e un segnale di disastro organizzativo
Il punto di maggiore attrito riguarda la disposizione dirigenziale del 3 novembre 2025 che ha imposto un blocco totale delle ferie per il personale nel periodo compreso tra il 12 gennaio e il 15 marzo.
Questa misura, imposta senza alcun confronto sindacale, viene definita dal NurSind come un “evidente attacco ai diritti dei lavoratori”. L’approfondimento in questo caso è d’obbligo: il personale infermieristico e sanitario è da mesi sottoposto a un regime di lavoro logorante, caratterizzato da turni pesanti, variazioni improvvise del servizio e mancati riposi. Impedire la fruizione delle ferie in modo così drastico, lungi dall’essere una soluzione, espone gli operatori a un rischio di burnout non trascurabile e solleva seri interrogativi sulla gravissima disorganizzazione interna che costringe l’Azienda a ricorrere a misure così estreme. La tutela psicofisica, fondamentale per chi opera in contesti ad alta pressione, risulta lesa da questa decisione irresponsabile.
- Le condizioni di lavoro: sistema al collasso per carenza cronica
Il blocco delle ferie è solo la punta dell’iceberg di condizioni di lavoro che i sindacati definiscono “strutturalmente critiche”:
- carenza di personale sostitutivo: la mancanza di personale, in particolare infermieristico, non è più un problema congiunturale, ma è diventata cronica. Questa carenza si traduce direttamente in un aumento del carico di lavoro per chi resta
- caos nella turnistica: le matrici di turno sono spesso inesistenti o pubblicate con ritardi tali da compromettere la pianificazione della vita privata degli operatori. A ciò si aggiungono salti di riposo e ordini di servizio che delineano una gestione emergenziale permanente
- fuga e demotivazione: Il risultato di questo contesto è l’aumento delle dimissioni volontarie. Parallelamente, la scarsa attrattività delle condizioni lavorative offerte fa sì che i concorsi pubblici attirino un numero sempre più ridotto di candidati. Il quadro è chiaro: si mette a rischio sia la sicurezza dei lavoratori che, inevitabilmente, la qualità dell’assistenza erogata ai cittadini.
- Dalle corsie al parcheggio: l’aggravio dei disagi quotidiani
Oltre allo stress clinico, il personale è colpito anche da problemi logistici che rendono l’accesso al posto di lavoro un ulteriore fattore di stress. La continua rimozione dei parcheggi aziendali, dovuta ai 40 cantieri attivi per la lavorazione delle facciate degli edifici, ha trasformato l’arrivo in ospedale in un “percorso ad ostacoli”. Le alternative proposte dall’Azienda, a detta dei sindacati, sono “insufficienti e poco praticabili”, un disagio che si somma al già elevato carico emotivo del lavoro in corsia.
- Bilancio bloccato e assenza di welfare: mancanza di visione strategica
A peggiorare il clima, concorre l’assenza di una strategia aziendale lungimirante.
- Welfare aziendale zero: In un’epoca in cui la sanità è in competizione per trattenere i talenti, l’ASST Niguarda non ha attivato “alcuna forma significativa di welfare aziendale”. Una scelta “incomprensibile e controproducente” che non valorizza il benessere dei dipendenti nonostante il carico di lavoro crescente
- l’immobilismo del bilancio: infine, il bilancio aziendale risulta ancora non approvato a causa delle mancate validazioni da parte del Collegio Sindacale. Questo stallo genera incertezza, ma soprattutto rallenta le decisioni strategiche e impedisce di programmare gli interventi necessari per affrontare e risolvere le criticità strutturali, congelando di fatto ogni possibilità di miglioramento rapido.
In sintesi, l’ASST Niguarda si trova ad affrontare una crisi su più fronti: un problema di gestione del personale (blocco ferie e turni impossibili), un problema strutturale (carenza cronica e fuga di professionisti) e un problema strategico-amministrativo (bilancio fermo e assenza di welfare). La protesta del 10 novembre si configura, pertanto, come l’unica via per dare voce a un sistema che i lavoratori e i loro rappresentanti definiscono ormai “non più sostenibile”.
di