Bilancio 2026, più risorse per gli infermieri: la Corte dei Conti resta prudente
La Corte dei Conti, audita in seduta congiunta Camera e Senato sul Disegno di Legge di Bilancio 2026, delinea luci e ombre rispetto quanto previsto e mette tutto nero su bianco nel documento: AUDIZIONE SUL DISEGNO DI LEGGE RECANTE “BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L’ANNO FINANZIARIO 2026 E BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2026-2028” (A.S. 1689).
Il prossimo triennio vede nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) un ambizioso piano di assunzioni e incentivi economici, con un'attenzione particolare alla categoria infermieristica, la più critica per carenza organica da anni. Secondo il Disegno di Legge di Bilancio 2026, la manovra stanzia risorse rilevanti per rafforzare il personale sanitario e superare le criticità esistenti.
Il piano triennale di assunzioni 2026-2028 prevede l’ingresso complessivo di circa 27.000 nuove figure sanitarie: di queste, circa 25.700 saranno infermieri e operatori sanitari, mentre 2.000 saranno medici. Questa iniziativa risponde a una carenza stimata in almeno 70.000 infermieri presenti nel sistema e rappresenta una decisiva boccata d’ossigeno per un SSN sotto pressione, con lunghe liste di attesa e personale sottodimensionato. L’aumento programmato del personale sarà graduale: +1,5% nel 2026, +3% nel 2027, fino a +6% nel 2028, potenziando soprattutto le strutture di pronto soccorso, le cure specialistiche e l’assistenza territoriale.
Certo c’è da capire dove reperire questi professionisti ma su questo la Corte dei Conti non si esprime ovviamente, non è compito suo.
Oltre alle assunzioni, la legge di bilancio prevede un significativo incremento dell’indennità di specificità per infermieri, con stanziamenti aggiuntivi pari a 195 milioni di euro annui che porteranno a un aumento medio di circa 1.600 euro lordi annui per singolo infermiere rispetto alla precedente normativa. Questi fondi mirano a valorizzare la professionalità infermieristica e a migliorare le condizioni economiche, elemento fondamentale per trattenere e motivare il personale. Inoltre, è prevista una sperimentazione quadriennale (2026-2029) che consente alle Regioni in equilibrio economico di aumentare entro limiti prefissati la parte variabile dei fondi per la retribuzione, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.
Nonostante le risorse stanziate, permane una certa incertezza operativa causata dalla mancanza di dettagli sulle qualifiche specifiche delle assunzioni e sulle modalità di distribuzione territoriale. La Corte dei Conti evidenzia anche possibili disallineamenti tra gli incrementi massimi delle spese di personale ammessi alle Regioni e altre normative, che potrebbero complicare la gestione finanziaria. Un’ulteriore sfida sarà l’integrazione e la valorizzazione degli infermieri nel SSN, anche attraverso possibili modifiche rispetto ai vincoli attuali, come l’abolizione del divieto di attività libero-professionale (intramoenia), già in vigore per i medici, che permetterebbe una maggiore autonomia economica.
Il piano di assunzioni e gli aumenti retributivi contenuti nella Legge di Bilancio 2026 potrebbero rappresentare un punto di partenza per affrontare la questione infermieristica, perché lo ricordiamo, questa è la categoria che più di tutte soffre la carenza di personale.
Andrea Tirotto
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