Campare fino a 117 anni: una combinazione tra genetica e stile di vita
"Una telefonata allunga la vita" recitava l'adagio di una vecchia pubblicità e chissà se i ricercatori hanno tenuto conto anche di questo nel loro studio su Maria Branyas Morera che deceduta nel 2024 all’età di 117 anni, rappresenta un caso straordinario nel campo della longevità e della salute in età avanzata. La sua vita e la sua biologia, oggetto di uno studio scientifico approfondito, offrono spunti rilevanti per la professione infermieristica, specialmente in relazione alla gestione della salute degli anziani e all'importanza di uno stile di vita equilibrato.
Maria Branyas non solo ha vissuto più di un secolo, ma ha mantenuto uno stato di salute sorprendentemente buono, senza malattie cardiovascolari, neurodegenerative o tumorali invalidanti, nonostante l’età avanzata. Questa condizione è stata attribuita a una combinazione di fattori genetici e ambientali, che hanno permesso il mantenimento di un sistema immunitario efficiente capace di rispondere adeguatamente alle infezioni nel corso della vita, incluse influenze pandemiche come quella del 1918 e il Covid-19, superato a 113 anni.
Lo studio pubblicato su Cell Reports Medicine ha esaminato il genoma di Maria, identificando alcune varianti genetiche che contribuiscono a una sana invecchiamento, controllando l’infiammazione, la funzione immunitaria, la conservazione cognitiva e il metabolismo lipidico. Particolarmente interessante è l'osservazione che i suoi telomeri, indicatori biologici dell’invecchiamento cellulare, erano molto corti, un dato che suggerisce un possibile meccanismo di riduzione del rischio di cancro attraverso il controllo della proliferazione cellulare incontrollata. Un elemento affascinante del suo stile di vita era la regolare assunzione di yogurt, consumato mediamente tre volte al giorno. Questo alimento ha contribuito a mantenere un microbiota intestinale giovanile, caratterizzato da bassa infiammazione e presenza di batteri benefici, come i bifidobatteri. Gli esperti sottolineano però che tale beneficio non è attribuibile unicamente allo yogurt, ma al complesso del suo stile di vita sano: dieta mediterranea, attività fisica moderata e reti sociali attive, fattori tutti essenziali per l’invecchiamento in buona salute.
Per gli infermieri, la storia di Maria Branyas Morera sottolinea l’importanza di promuovere uno stile di vita sano nei pazienti anziani, con particolare attenzione alla nutrizione equilibrata e al supporto psicosociale. La comprensione dei meccanismi di invecchiamento, compresi quelli genetici e immunitari, può orientare cure personalizzate soprattutto in contesti geriatrico-riabilitativi. Inoltre, l’attenzione al mantenimento del microbiota intestinale emerge come un area rilevante per la prevenzione e la gestione delle condizioni infiammatorie croniche in età avanzata.
Questo caso evidenzia come la longevità possa non essere solo una questione di fortuna genetica, ma il risultato di una complessa interazione fra geni, sistema immunitario e abitudini salutari, con interessanti risvolti per la pratica infermieristica nel supporto alle persone anziane.
Se ne ricava un messaggio chiaro: promuovere cure olistiche che integrino aspetti biologici, nutrizionali e sociali rappresenta una sfida e un’opportunità per migliorare la qualità della vita degli anziani nella società contemporanee
Andrea Tirotto
ph credit itv.com