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Sassari, personale allo stremo: il NurSind guida la protesta per salvare la sanità

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 05/12/2025

NurSind dal territorioSardegna

Il sindacato denuncia carenze insostenibili: "Sistema al collasso, servono interventi immediati".

Una piazza che diventa simbolo di resistenza e dignità professionale. A Sassari il personale sanitario dell'AOU, ha portato la loro esasperazione nel cuore della città, trasformando piazza d’Italia in un luogo di denuncia e di verità. A guidare la protesta è stato il NurSind, che ha dato voce a un malessere che da troppo tempo si trascina nel silenzio delle corsie ospedaliere. Il percorso avviato insieme ai lavoratori dell’Azienda Ospedaliera Universitaria non si è fermato e, come sottolinea il sindacato, “procede spedito”, culminando in una manifestazione che ha riaffermato con forza il disagio della categoria, le condizioni di lavoro ormai insostenibili e lo stato di malato terminale in cui versa la sanità sassarese.

Per tutta la mattina, davanti alla Prefettura, il personale sanitario ha manifestato compatto, chiamato in piazza dalla Segreteria Territoriale NurSind Sassari in occasione del tentativo di raffreddamento mediato dal Prefetto, Dott.ssa Grazia La Fauci. Una presenza che non aveva solo lo scopo di protestare, ma di ricordare alle istituzioni che la sanità sassarese non può più essere abbandonata a un destino segnato da mancanze organizzative, strutturali e contrattuali che, da anni, mettono in difficoltà personale e pazienti.

A parlare con la fermezza di chi non accetta più compromessi è stata Fausta Pileri, Segretaria Territoriale e componente della Segreteria Nazionale del NurSind, che ha denunciato senza mezzi termini la situazione: "La gestione della sanità sassarese degli ultimi anni ha prodotto un danno sociale enorme per la collettività e un danno economico pesantissimo per lavoratori e pazienti. È doveroso manifestare la nostra disapprovazione".

La lista delle criticità non si esaurisce nelle carenze di personale infermieristico, ostetrico e OSS, nelle liste d’attesa interminabili e nei problemi strutturali che riguardano sicurezza e funzionalità dei reparti. Sul tavolo della Prefettura è emerso anche un nodo definito dallo stesso NurSind come “molto grave”: i fondi contrattuali. Ogni anno la loro certificazione diventa un problema irrisolto che riguarda esclusivamente l’Azienda Universitaria, che quando chiamata a rispondere alle proprie responsabilità tende a scaricare la colpa su altri organi, come il collegio sindacale. "Sarebbe bene che le responsabilità emergessero con chiarezza – ha ribadito Pileri – perché il danno economico patito dai lavoratori, che si vedono di fatto sequestrata una parte della retribuzione, non è tollerabile e sarà portato in giudizio".

Il confronto con la Prefetta è stato lungo e serrato. "Abbiamo dichiarato lo stato di agitazione e scritto al prefetto perché riteniamo indispensabile che il rappresentante del Governo conosca fino in fondo lo stato in cui versa la sanità sassarese", ha spiegato ancora Pileri, sottolineando che la riunione è durata oltre un’ora durante la quale nessun punto è stato risparmiato, affrontando ogni criticità senza filtri o reticenze.

Al termine del tentativo di conciliazione, la Prefetta ha chiesto se sussistessero i presupposti per sciogliere lo stato di agitazione. La risposta del NurSind è stata netta: insoddisfacente. Pileri ha comunque accolto la richiesta dell’Azienda di un breve periodo aggiuntivo per cercare soluzioni alle questioni più urgenti, offrendo la disponibilità del sindacato a collaborare per superare gli ostacoli.

Il messaggio finale è stato chiaro e inequivocabile: se le promesse non verranno mantenute, il NurSind è pronto a innalzare ancora l’asticella della protesta, fino alla proclamazione di una o più giornate di sciopero. La misura è colma, la pazienza degli operatori anche. E ora, di fronte all’ennesimo appello, la politica non può più voltarsi dall’altra parte.

 

 

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