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Verso la medicina scolastica 2.0: il Garante apre la strada all’infermiere a scuola

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 07/11/2025

PrevidenzaProfessione e lavoroStandard Assistenziali

Una segnalazione riguardante una scuola che aveva bloccato l’ingresso di un medico della ASL in classe per seguire un alunno con disturbo dello spettro autistico, subordinando tale accesso al consenso unanime di tutti i genitori della classe, prassi che pur diffusa in molte istituzioni scolastiche, crea barriere burocratiche che ostacolano il diritto allo studio e alla salute degli alunni con disabilità, è stata oggetto dell’intervento della Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità.

L’autorità ha risposto prontamente con un intervento volto a tutelare concretamente i diritti degli alunni con disabilità garantendo l’accesso in classe ai professionisti sanitari incaricati di seguire questi studenti, per assicurare la continuità terapeutica anche durante l’orario scolastico. Lo ha fatto pubblicando e diffondendo la Raccomandazione n. 1/2025 la quale chiarisce che:

  • l’autorizzazione all’accesso deve essere concessa esclusivamente dal Dirigente Scolastico;

  • deve avvenire previa comunicazione alle famiglie e al corpo docente della classe interessata;

  • lo specialista deve garantire il rispetto della privacy degli altri studenti, impegnandosi a non interagire con alunni non interessati al piano terapeutico;

  • non è legittimo e neanche necessario subordinare l’accesso al consenso di terzi, poiché prevalgono i diritti alla salute e all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

Il Presidente dell’Autorità Garante, Maurizio Borgo, ha sottolineato che questa raccomandazione rende effettivo il diritto all’inclusione scolastica, superando prassi burocratiche discriminatorie invitando alla diffusione presso tutte le scuole, pubbliche e paritarie, per assicurare uniformità di comportamento sul territorio nazionale e promuovere una cultura di inclusione, rispetto e collaborazione.

La vicenda riflette una lacuna nell'attuale organizzazione della medicina scolastica in Italia che istituita negli anni ’60 e ancora formalmente vigente, è però largamente carente e frammentata nel suo funzionamento. Recenti proposte legislative e documenti di policy stanno spingendo per una riattivazione e riorganizzazione di presidi sanitari dedicati dentro le scuole, con presenza stabile di personale medico, infermieristico e sanitario, per un’efficace gestione preventiva, assistenziale e promozionale della salute degli studenti. Il contesto europeo e alcuni esempi nazionali indicano come i servizi sanitari scolastici debbano diventare una componente strutturale del sistema di salute integrato, con un modello multidisciplinare che includa medici scolastici, infermieri, psicologi e altre figure, in stretto raccordo con il territorio e il sistema sanitario nazionale. La necessità di assicurare un accesso diretto e non ostacolato dei professionisti sanitari in classe, come sottolineato dalla raccomandazione, si integra perfettamente con queste spinte a ripensare la medicina scolastica, rendendola più efficace e vicina alle esigenze reali degli studenti, in particolare di quelli con disabilità o bisogni speciali, apre esplicitamente alla necessità di riaprire e rilanciare un’organizzazione della medicina scolastica che sia presente e attiva nelle scuole, garantisca continuità terapeutica e assistenza effettiva, superi barriere burocratiche e amministrative e si inserisca in una visione integrata di salute e inclusione scolastica.

Un contesto nel quale troverebbe piena applicazione e soluzione la figura dell’infermiere scolastico che la FNOPI come recita l’incipit del documento Position Statement Infermieristica e Scuola: “l’infermieristica all’interno della comunità scolastica costituisce il riferimento comunitario per l’assistenza di bambini/adolescenti e delle loro famiglie, in collaborazione con l’equipe curante (Pediatri di Libera Scelta, Medici di Medicina Generale, Servizi di Cure Domiciliari), in sinergia con le Strutture territoriali di cura e i centri di Prevenzione e Promozione alla Salute. Le professioni infermieristiche hanno nella comunità scolastica il proprio campo di applicazione nella rilevazione precoce dei bisogni di salute, nell’orientare e indirizzare lo studente e la famiglia verso i percorsi, più appropriati, e diventare così nodo della rete di cura”. Un documento che in sintesi:

  • definisce il ruolo dell’infermieristica all’interno della comunità scolastica come riferimento per l’assistenza ai bambini, adolescenti e alle loro famiglie, in collaborazione con equipe curanti, servizi territoriali e centri di prevenzione;

  • sottolinea il contributo degli infermieri nella rilevazione precoce dei bisogni di salute e come nodo fondamentale della rete di cura;

  • propone un modello interdisciplinare integrato tra formazione, educazione e assistenza sanitaria, che prevede un lavoro in team con varie figure professionali sanitarie ed educative;

  • evidenzia l’importanza della presa in carico personalizzata degli studenti con patologie, assicurando continuità e appropriatezza delle cure in ambiente scolastico, e l’empowerment degli studenti con patologie;

  • promuove l’educazione sanitaria su temi come uso e abuso di sostanze, salute sessuale, alimentazione, sport, salute digitale, con attenzione anche alla prevenzione di fenomeni giovanili come il cyberbullismo o le ludopatie;

  • conclude auspicando che gli infermieri scolastici abbiano competenze di leadership, assistenza, educazione alla salute e ricerca specifiche per il contesto scolastico.

 L’infermiere scolastico potrebbe rappresentare un’ulteriore evoluzione del ruolo dell’infermiere, contribuendo all’attravità della professione oggi fortemente in crisi di consenso, studenti e professionisti

Andrea Tirotto