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Competenze Infermieristiche: Giglio al dibattito promosso dai medici friulani

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Si è svolto  a Udine, il 12 marzo, il seminario “La professione più bella del mondo: peculiarità dell’atto medico”, organizzato dalla Società Medica del Friuli in collaborazione con la CIMO, per discutere in merito al punto di vista dei medici sulla ridefinizione delle competenze delle professioni sanitarie. 

Qui un articolo con le prese di posizione dei medici e del NurSind

Un dibattito che si preannunciava dai toni duri e sferzanti, viste le posizioni molto distanti e per certi aspetti inconciliabili delle rappresentanze dei medici e degli infermieri sul tema delle competenze avanzate. Al seminario ha partecipato il collega Stefano Giglio, vice segretario provinciale NurSind di Udine, che ha voluto riferirci le sue considerazioni personali con questa nota, per la quale lo ringraziamo e che riportiamo integralmente.

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Prima di tutto credo sia opportuno sottolineare che sono stato l’unico infermiere dipendente presente al seminario. Come componente della Direzione Nazionale del NurSind non avrei potuto esimermi dal partecipare.

Leggendo l’articolo proposto dal Dr. Andolfato devo dire che i toni avrebbero potuto essere molto alti rischiando di finire in un vero e proprio parapiglia.

In realtà quando mi è stato concesso di esprimere le mie opinioni, ho voluto fare i complimenti a tutti i relatori per le varie esposizioni, le quali hanno evidenziato la volontà di tenere toni bassi con lo scopo di esporre tutte le opinioni con un confronto fra le parti abbastanza costruttivo.

L’aver voluto aprire le porte a chi riteneva di partecipare è stato saggio. Con una tema simile a porte chiuse, si sarebbe osservato il classico coro che canta e porta la croce e non sarebbe stato utile alla causa.

Spiace sapere che molti colleghi infermieri pur potendo partecipare non lo hanno fatto. Sarebbe stato un importante messaggio per tutti.

Posso affermare che sia i relatori e molti dei presenti in aula hanno trasmesso importanti elogi alla professione infermieristica che in questi ultimi anni ha visto importanti cambiamenti, con un aumento di competenze e un miglioramento della qualità delle prestazioni erogate.

Ho voluto precisare ai presenti che la volontà di introdurre le competenze avanzate non è stata un’esigenza dell’infermiere “di corsia”.

La base infermieristica ha altri problemi storici in parte irrisolvibili che non vanno dimenticati e che la politica deve tenere in attenta considerazione.

Riguardo il tema del seminario, sono convinto come tutti i miei colleghi, che tutto ciò che sarà inserito nel così detto disegno sulle competenze avanzate, gli infermiere già lo stanno facendo da tempo, assumendosi molte responsabilità che non sono mai state proprie.

Purtroppo ho dovuto rimarcare che tutte queste attività ci sono state calate addosso da un’organizzazione che ormai non è più in grado di garantirle e perché sono state ormai dimenticate totalmente dalla categoria medica.

Per chi fa organizzazione sanitaria lo slogan più usato è: Chi può farle meglio se non l’infermiere!!

L’altro aspetto che mi ha colpito è stato il rafforzare molto il tema della leadership nel processo di cura la quale deve essere di assoluta gestione medica al fine di evitare che altre figure professionali possano intromettersi in aspetti organizzativi ritenuti non propri.

E’ stato palese quindi l’attacco alla dirigenza infermieristica vista come chi va ad occupare posizioni organizzative che da sempre vengono considerate solo di competenza medica.

Il NurSind Sindacato delle Professioni Infermieristiche fin dai tempi dell’assessore Kosic, era ed è l’unico sindacato che ha sempre difeso a spada tratta la dirigenza infermieristica. Dirigenza che completa lo status professionale dell’infermiere e sarebbe auspicabile che ne prenda le parti per le aree di autonoma competenza.

Siamo perfettamente d’accordo che in alcune situazioni si debba giudicare un dirigente per le scelte inappropriate che prende per conto di colleghi infermieri. D’altra parte fino a quando i Dirigenti saranno scelti dalle direzioni aziendali e non per meriti e competenze, vedremo sempre scelte organizzative di potere e non di saggezza professionale.

La chiusura del mio intervento si è soffermata su un aspetto di notevole importanza.

La categoria medica potrà rivendicare ogni competenza avanzata come propria. Potrà toglierci quasi tutto, dalla formazione alla gestione di aree di competenza, ma di sicuro non potrà riprendersi la “relazione infermiere paziente”, ormai di totale gestione infermieristica, unico e vero riferimento per il malato in una sanità in totale confusione.

Sono convinto che in questo periodo sociale, politico e sanitario, di estrema contrazione delle risorse, tutte le professionalità mediche, infermieristiche e tecniche dovrebbero rimboccarsi le maniche sfoderando quello spirito collaborazionista in grado di spiazzare la politica, miope e incapace di assumersi le responsabilità necessarie ad effettuare quel vero cambiamento epocale tanto invocato da tutti. 

(a cura di Chiara D'Angelo)