Pisa. In Toscana sarà possibile ottenere la qualifica di OSS all'interno del percorso di Tecnico dei servizi socio-sanitari
La Regione Toscana ha sottoscritto un protocollo con l'Ufficio scolastico regionale per consentire agli studenti degli istituti professionali che frequentano il percorso per “Tecnico dei servizi socio-sanitari” di intraprendere, durante il quinquennio, un indirizzo sperimentale che attribuirà loro la qualifica di Operatore Socio Sanitario.
Fino ad oggi, infatti, per diventare OSS, anche dopo il diploma era comunque necessario frequentare un corso specifico di ulteriori 400 ore.
Agli studenti che aderiranno all'indirizzo sperimentale verrà offerta l'opportunità di svolgere questo percorso nell'arco dell'ultimo triennio del ciclo di studi curricolari.
L'iniziativa è partita dalla dirigenza e dagli insegnanti dell'Istituto “E. Santoni” e la sigla del protocollo viene accolta con entusiasmo dal Consiglio Regionale, considerandolo uno strumento utile al fine di offrire delle concrete possibilità occupazionali ai ragazzi degli istituti professionali socio-sanitari, un “passo in avanti” - dichiara il consigliere PD Andrea Pieroni.
Senza nulla togliere alla bontà degli intenti, non possiamo però sottrarci a delle riflessioni, di carattere più generale che, secondo noi, dovrebbero stimolare altri ragionamenti.
Innanzitutto un'osservazione “tecnica”: la qualifica di O.S.S. (che non da accesso ad una professione, come impropriamente dichiarato da Andrea Pieroni) all'interno dell'Unione Europea è inquadrata all'interno del 3° livello EQF (classificazione di titoli di studio), mentre i diplomi delle scuole secondarie superiori di durata quinquennale collocano i relativi titoli al 4° livello EQF. Conquistare, in un percorso di studi di livello più elevato, un titolo di livello inferiore non sembrerebbe a prima vista una grande conquista. Sarebbe come dire che, a chi lo sceglie, con il diploma di terza media viene riconosciuto anche quello delle elementari (al netto dell'evidente esagerazione).
La formazione dell'O.S.S. è demandata alle Regioni, ed in molte è possibile accedere ai relativi corsi (della durata di 1000 ore, che possono essere ridotte in presenza di specifici crediti, anche lavorativi) con il solo possesso della licenza media.
Ma non solo. In un sistema sanitario in cui l'inquadramento e i requisiti del personale sono ben definiti (è previsto il profilo dell'OSS, la professione dell'infermiere, ecc) il primo dubbio che dovrebbe investirci è: a che inquadramento è rivolto il diploma di “Tecnico dei servizi socio-sanitari”? Un dubbio che probabilmente è venuto, prima che a tutti gli altri, agli studenti che lo hanno conseguito in altre realtà e che, di fatto, si sono trovati con un titolo sulla cui spendibilità regna ancora un certo mistero.
La strategia più concreta dovrebbe essere quella di allineare i percorsi formativi con le figure professionali reali, e in questo contesto allora sì prenderebbe pieno valore l'idea dell'alternanza scuola-lavoro. Fintanto che non si arriverà a questo, ci pare che tutte le soluzioni ibride siano una toppa ad un sistema sfasato.
E' fuori di dubbio che l'Operatore Socio Sanitario sia importantissimo nell'erogazione dei servizi sanitari (percezione ancor più acuita, evidentemente, negli amministratori della Toscana), ma da qui a eleggerne il profilo ad una sorta di bonus cui tendere con percorsi e titoli che dovrebbero portare ad altro, soprattutto se di livello superiore, sicuramente è, secondo chi scrive, una forzatura, oltre che normativa anche logica, a cui non si può non riconoscere comunque una certa dote di marketing scolastico.
da Il Tirreno: Ok all’indirizzo di tecnico dei servizi socio-sanitari negli istituti professionali. Ora si può diventare “Oss” a scuola
PISA Sottoscritto il protocollo d'intesa tra Regione Toscana e Ufficio scolastico regionale per l'avvio sperimentale di attività formative finalizzate all'acquisizione della qualifica di operatore socio-sanitario negli istituti professionali toscani con indirizzo di “tecnico dei servizi socio-sanitari”. «Un fatto più che positivo che va incontro alle esigenze manifestate da tanti istituti professionali toscani per tecnico dei servizi socio-sanitari dei nostri territori e un tentativo di rispondere concretamente alla necessità di ampliare le opportunità lavorative per le nuove generazioni. Non possiamo che esprimere soddisfazione - commenta il consigliere regionale del Pd Andrea Pieroni - per la firma del protocollo, che, oltre a sancire il lavoro portato avanti finora, si pone l'obiettivo di sanare una situazione di stallo, offrendo un'opportunità concreta agli istituti che entro il 10 settembre chiederanno di partecipare all'attivazione del percorso. L'auspicio è che siano in tanti a rispondere positivamente a questa iniziativa che rappresenta una opportunità tangibile per i giovani. Il programma - prosegue Pieroni - per qualifica di “Oss” potrà essere attivato dagli studenti che hanno scelto di affrontare negli ultimi tre anni di scuola un percorso curriculare volto ad acquisire le competenze in ambito socio-sanitario. Mentre in passato al termine dei cinque anni di studio gli studenti dovevano frequentare presso le Aziende sanitarie un corso aggiuntivo di 400 ore per poter sostenere l'esame abilitante alla professione, adesso potranno svolgere queste 400 ore nel corso degli ultimi tre anni di scuola superiore con progetti di alternanza scuola lavoro. Così riduciamo lo scollamento tra percorso scolastico e accesso al mondo del lavoro. È importante sottolineare che lo stage è favorito dalla normativa nazionale di alternanza scuola-lavoro (legge 107) e costituisce un connubio significativo per avvicinare il mondo della formazione a quello dell'occupazione e contrastare l'abbandono scolastico». A fare da apripista sono stati il dirigente scolastico e gli insegnanti dell'istituto d'istruzione superiore “E. Santoni”. «Nei mesi scorsi - spiega ulteriormente il consigliere regionale del Pd - si sono fatti promotori del problema, riguardante la qualifica di “Oss” e la possibilità di ottenerla già a partire dal quinquennio delle scuole superiori. Un'esigenza su cui avviamo in tempi rapidi a dare un riscontro effettivo, velocemente applicabile. Questo passaggio aprirà nuove prospettive qualificanti per l'istituto in questione, e auspico anche per altre realtà del territorio. Siamo di fronte a un progetto dinamico, volto a incrementare le possibilità di sviluppo e crescita per l'occupazione giovanile nel nostro territorio. Un passo in avanti fatto rapidamente e che speriamo possa consolidarsi presto».
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