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Clarity Breast, l’IA che predice il rischio di tumore al seno: rivoluzione o nuova ansia?

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 12/06/2025

EsteroStudi e analisi

Dalla sala radiologica al futuro della medicina predittiva: un algoritmo che cambia le regole del gioco nella prevenzione del cancro mammario, tra innovazione e dilemmi etici.

C’è un momento preciso, in ogni sala di radiologia, in cui il silenzio si fa opprimente. Il clic secco della macchina, lo sguardo esitante del tecnico, la paziente che cerca di leggere negli occhi di chi la osserva. Fino a ieri, quel momento era seguito da giorni d’attesa, telefonate, diagnosi più o meno tempestive, spesso tardive.

Da oggi, o meglio da fine anno, tutto potrebbe cambiare: è arrivata Clarity Breast. Un nome che potrebbe sembrare uno slogan pubblicitario, ma dietro cui si nasconde qualcosa di molto più serio. Per la prima volta, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato una piattaforma di intelligenza artificiale capace di prevedere il rischio di sviluppare un tumore al seno nei successivi cinque anni, partendo da una mammografia 2D standard.

Non una diagnosi, ma una predizione.

Senza chiedere del DNA, senza conoscere la storia familiare. Solo pixel, luci e curve che sfuggono all’occhio umano, ma che una macchina addestrata su milioni di immagini sa interpretare nitidamente. Come se il seno parlasse una lingua segreta, comprensibile solo all’IA.

Clarity Breast è un paradosso: invisibile, ma clinicamente invasiva; impersonale, ma capace di riflettere un futuro personale. E lo fa senza sapere chi sei: nessuna anamnesi, nessuna etnia, nessun contesto socioeconomico. Un’uguaglianza algoritmica che riscrive le regole della medicina preventiva.

Salta l’assunto che la prevenzione si basi su età, familiarità e contesto. Clarity dimostra che molte giovani donne, sane e senza fattori di rischio evidenti, possono presentare un profilo mammografico simile a quello di pazienti anziane e oncologiche. La biologia tradizionale, a volte, può ingannare più dell’algoritmo.

La Silicon Valley aveva promesso una medicina personalizzata. Questa piattaforma offre invece una medicina impersonale, basata su dati freddi e sofisticati, ma infallibili, capaci di scovare micro-pattern invisibili perfino ai radiologi più esperti.

Ma c’è un rovescio della medaglia.

La medicina predittiva toglie l’alibi all’incertezza. Un futuro a cinque anni scritto in un’immagine. Un dato che non si può ignorare. “La sua mammografia è normale, ma l’algoritmo indica un rischio elevato. Prepari la prevenzione.”

Chi interpreterà questi dati? Chi deciderà quando un rischio è abbastanza alto da iniziare terapie preventive o modifiche radicali dello stile di vita? Siamo pronti a lasciare a un’IA il confine tra “sano” e “malato”? Il sistema sanitario e assicurativo sapranno gestire questo nuovo modo di concepire il rischio?

Per ora, Clarity Breast è disponibile con costi a carico del paziente, un limite che per ora restringe l’accesso a chi può permetterselo, alimentando dubbi di elitismo.

Intanto, ospedali e centri diagnostici si preparano: la mammografia standard resta la base, ma serve integrare nuove tecnologie e formazione. La medicina si trasforma: da scienza dell’intervento a sorveglianza del rischio, monitorando probabilità in tempo reale.

La vecchia triade sintomo-diagnosi-terapia lascia il posto a un ciclo continuo di analisi-predizione-ottimizzazione. Il corpo diventa una dashboard, la vita un indicatore da controllare.

Il sogno? Diagnosi prima della diagnosi, cura prima del male, medicina senza dolore. Ma il prezzo è una nuova ansia: vivere da “non ancora malati”.

Clarity Breast segna un confine sottile tra trasparenza e fatalismo. Un algoritmo può salvare milioni di vite, ma può anche imprigionarci in un destino di rischio calcolato.

Non è solo tecnologia, è una nuova grammatica dell’esistenza. Il corpo diventa dati, il futuro una funzione predittiva. Non si tratta più di “vedremo”, ma di “sappiamo già”.

Forse, come avvertiva Nassim Taleb, la tecnologia amplifica ciò che non comprendiamo davvero. Clarity Breast ci spinge in un futuro dove sappiamo tutto, ma forse capiamo meno. E dove la speranza lascia spazio all’analisi.

Nel dubbio, forse è meglio non fissare troppo a lungo quella mammografia: potrebbe non esserci nulla. O forse, potrebbe esserci tutto.