Contratto statali: ipotesi "contratto ponte" fino al Testo Unico
Si è conclusa la fase interlocutoria tra ARAN e sigle sindacali per le manovre di avvicinamento al rinnovo della contrattazione per il Pubblico Impiego.
Sentite tutte le rappresentanze sindacali ora l'ARAN, presieduto da Sergio Gasparrini, dovrà mettere a punto con il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madìa la base su cui trovare un accordo con i sindacati, in vista della definizione della legge di stabilità 2017.
La fase è molto delicata, in quanto ci sono alcune questioni piuttosto controverse da definire.
Innanzitutto le risorse disponibili, partendo dalla considerazione che i 300 milioni stanziati dal Governo non saranno suffciienti. E poi le modalità di ritocco dei salari statali. Sempre contraria alla distribuzione "a pioggia" la Ministra Madìa però si trova di fronte anche alla opposizione dei sindacati nell'applicare il meccanismo redistributivo delle risorse destinate alla parte variabile della retribuzione introdotto da Brunetta, che entrerà in vigore con il prossimo rinnovo.
All'attenzione del Governo dovrà quindi essere posta, in sede di Legge di Stabilità, la necessità di prevedere una sospensiva della legge Brunetta.
Altro punto delicatissimo riguarda la riforma generale della pubbica amministrazione. A febbraio è previsto il varo del Testo Unico del Pubblico Impiego, che ne riscriverà tutte le regole. Ecco quindi che la contrattazione di oggi dovrebbe essere in grado di armonizzarsi con il pubblico impiego che verrà definito nel TU. Missione non certo facile.
Ecco perchè si fa strada nelle trattative l'ipotesi, sempre più concreta, di una sorta di "contratto ponte" che traghetti il pubblico impiego, passando attraverso la Legge di Stabiità 2017, fino al Testo Unico.
Una possibilità che non dispiace nè ai sindacati (che chiedono di conoscere prima le nuove regole per poi definire i contratti) nè al Governo (che potrebbe superare il pericolo di uno scontro sindacale in concomitanza con le consultazioni per il referendum costituzionale) ma che comunque richiede la definizione di stanziamenti certi: il contratto ponte dovrebbe infatti garantire ai dipendenti pubblici un'indennità aggiuntiva in busta paga in attesa del rinnovo vero e proprio. Quanto? Trapela la cifra media di 50 euro (che porterebbe a un impegno di 1,2 miliardi complessivi), comunque distribuita in misura proporzionale al reddito, ma sembra che i sindacati non siano disponibili a scendere sotto gli 80, gli stessi del bonus Renzi che molti dipendenti pubblici rischiano di perdere percependo l'indennità stessa.
Fonte: Il Messaggero