Rapporto pensioni UE 2018. Gravi diseguaglianze, donne anziane più a rischio di povertÃ
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irca 17,3 milioni o il 18,2% delle persone anziane (di età pari o superiore a 65 anni) nell'UE a rischio di povertà o all’esclusione sociale, una cifra notevole anche se in decremento di 1,9 milioni rispetto al 2008. I dati provengono dalla relazione triennale che la Commissione Europea per gli affari sociali ha presentato il 30 aprile al Parlamento UE. (Vedi allegati). La povertà e l'emarginazione sociale in vecchiaia dal 2013 nell’UE sono rimaste pressoché immutate,complessivamente si osserva un miglioramento in 16 Stati membri e il deterioramento in 12.
Le donne anziane, affrontano un rischio più elevato rispetto agli uomini. Più del 20% delle donne anziane (di età pari o superiore a 65 anni) sono a rischio di povertà o esclusione sociale nell'UE, rispetto al 15% degli uomini anziani. Le donne anziane hanno maggior probabilità di vivere a lungo, restare single e avere pensioni più basse.
Di conseguenza, le donne più anziane sono esposte a un rischio più elevato di povertà o esclusione sociale in tutti gli Stati membri. In alcuni paesi, oltre il 10% delle donne anziane non può permettersi l’assistenza sanitaria necessaria.
Nonostante carriere identiche per uomini e donne dovrebbero comportare medesime pensioni, invece nell'UE il divario nelle pensioni tra uomini e donne è pari al 37,2%.
Una disparità rimasta costantemente elevata in molti paesi dal 2009, anche se si sta registrando una differenza minore di genere, per i nuovi pensionati.
C’è un paradosso in molti stati UE, le persone più anziane sono spesso a minor rischio di povertà di reddito rispetto alle persone in età lavorativa, e comunque restano molto significative le differenze tra i paesi.
La retribuzione pensionistica è un fattore fondamentale per prevenire la povertà, il reddito medio degli anziani nell'UE è pari al 93% del reddito della popolazione dei giovani, con forti differenze di genere (uomo/donna) tra gli Stati membri.
Le pensioni nei primi anni dopo il pensionamento ammontano attualmente a più della metà di reddito da lavoro a fine carriera ( nel 58% degli stati UE), il rapporto varia a livello nazionale, ad oltre l'80% a meno del 40%, e tranne che in 3 stati membri UE dal 2008 il reddito pensionistico è aumentato dal 2008 in tutti gli altri stati UE.
In media nell'UE, il tempo trascorso in pensione è pari a circa la metà 51% di quello passato nell’attività lavorativa. Si prevede che entro il 2060 tale rapporto aumenterà fino al 53%, ponendo la sfida di sostenere pensioni adeguate e trovare nuovi equilibri tra vita lavorativa e pensione.
Poiché le persone rimangono sul mercato del lavoro più a lungo, l'occupazione nel gruppo di età tra i 55-64 anni è cresciuto di 5,1 punti percentuali ovvero negli anni 2013-2016, 4,2 milioni di lavoratori (2,2 milioni di donne e 2 milioni di uomini), confermato il trend degli ultimi 10 anni.
Il pensionamento posticipato è il fattore più importante a determinare la crescita di occupazione, un effetto delle riforme pensionistiche attuate da molti paesi UE negli ultimi anni. La quota di pensionati in questa fascia d'età è fortemente diminuita, mentre la quota di disoccupati e di coloro che non sono entrati nel mondo del lavoro a causa di malattia o disabilità è leggermente aumentato.
Tuttavia, la povertà di reddito negli anziani e la disuguaglianza tra gli anziani persiste a livelli elevati. Nell’UE, l’ aumento delle disparità di reddito tra le persone in età avanzata li ha resi più poveri, tra il 2013 e il 2016 in condizioni di grave povertà in più di 19 paesi.
Il rischio di povertà o esclusione sociale nella vecchiaia aumenta con l'età.
Più della metà di tutte le persone anziane a rischio di povertà o di esclusione sociale nell'UE ha un'età pari o superiore a 75 anni oltre (8,8 milioni nel 2016), in parte a causa delle precedenti performance del mercato del lavoro. Mentre i bisogni aumentano con l'età, il valore delle pensioni viene eroso durante la pensione.
L'indicizzazione delle pensioni e l'accesso a servizi pubblici possono essere strumenti per sostenere la qualità della vita durante la pensione.
Marianne Thyssen, responsabile della Commissione per l'Occupazione, gli affari sociali del Parlamento UE, in conclusione della relazione ha commentato: " Ogni pensionato ha il diritto di vivere in modo dignitoso, questo è un principio fondamentale, pilastro europeo dei diritti sociali: pensioni adeguate sono essenziali per prevenire povertà e l’emarginazione delle persone anziane in Europa, in particolare delle donne, e dobbiamo assicurarci che le persone con lavoro atipico o autonomo non vengano tralasciate: la nostra priorità deve essere quella di perseguire riforme che incoraggino pensioni adeguate per tutti ".
Allegati
Rapporto pensioni 2018 UE vol1.pdf
Rapporto pensioni 2018 vol2.pdf
Ph credit: alterhill.org