Iscriviti alla newsletter

Legge di Bilancio: secondo l’analisi Gimbe festa amara per i 40 anni della Sanità. Nessuna risorsa per il personale.

Daniela Sardodi
Daniela Sardo
Pubblicato il: 01/11/2018

Attualità

La manovra finanziaria ottiene l’autorizzazione del Presidente della Repubblica Matarella, e prosegue il proprio iter di presentazione e discussione alle Camere. Secondo la Fondazione Gimbe questo documento, pur presentando molti elementi a sostegno della Sanità, ignora completamente alcune "indifferibili priorità per evitare il collasso della sanità".

 

Una festa amara per i 40 anni del Ssn, secondo Cartabellotta Presidente della Fondazione Gimbe, dal momento che, più della metà dei fondi destinati alla Sanità ( 3,5 mld per il biennio 2020-2021), sono vincolati alla firma del Patto della Salute tra Stato-Regioni entro il 31 gennaio 2019 e basati su ardite previsioni di crescita economica.

Stessa preoccupazione espressa dal coordinatore del Tdm-Cittadinanzattiva Tonino Aceti: “ vincolare partite cruciali per l’equità e la messa in sicurezza del Ssn alla sottoscrizione di un nuovo Patto per la salute, sostanzioso e da siglare in tempi stretti, a cui si aggiungono fattori oggettivi come la pausa natalizia, i rapporti esacerbati tra Ministero e Regioni, comportano il rischio reale che di vedere questi Fondi sfumare”.

Ricordiamo che la legge di Bilancio prevede per la Sanità un aumento del fondo sanitario nazionale di 3,5 miliardi a cui si aggiunge un miliardo già stanziato dalla precedente legislatura.

"Le nostre stime – ribadisce Cartabellotta, – avevano valutato in circa 4 miliardi di euro il fabbisogno per coprire le inderogabili necessità della sanità pubblica. Dunque, i numeri sembrano esserci, visto che l’incremento complessivo del fondo sanitario nazionale nel triennio è di 4,5 miliardi, oltre alle risorse finalizzate. Tuttavia, nonostante la rilevanza dei bisogni attuali (rinnovi contrattuali, sblocco del turnover, eliminazione superticket, sblocco nuovi Lea), i 3,5 miliardi che il Governo giallo-verde mette sul piatto della sanità sono utilizzabili solo dal 2020 e inevitabilmente legati alla crescita economica attesa, proprio nel momento in cui l’Istat certifica lo stop del PIL nel terzo trimestre del 2018 e la Commissione europea invia un’ulteriore richiesta di chiarimenti sulla manovra 2019".

Oltre all’incremento del fabbisogno sanitario nazionale standard 2019-2021, la Legge di Bilancio, infatti, prevede risorse finalizzate a specifici obiettivi quali la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie,borse di studio per la Medicina generale, le scuole di specializzazione, edilizia sanitaria, ammodernamento tecnologico, seppur totalmente “a spese” del Fondo investimenti enti territoriali.


I grandi assenti

-         Rinnovo contrattuale 2019-2021: per il personale dipendente e convenzionato gli oneri per i rinnovi contrattuali, nonché quelli derivanti dalla corresponsione dei miglioramenti economici al personale, sono posti a carico dei bilanci regionali. "Traducendo il politichese – puntualizza Cartabellotta– il personale sanitario rimane tagliato fuori dai fondi stanziati per i rinnovi contrattuali 2019-2021 e in assenza di risorse dedicate le Regioni devono reperirle dal fondo sanitario".

- Sblocco turnover. Nonostante la verosimile “emorragia” di professionisti dal Ssn conseguente all’applicazione della “quota 100”, nessun riferimento alla rimozione del vincolo di spesa.
 
-  Nuovi Lea. Con i nomenclatori tariffari ancora in “ostaggio” del Mef per mancata copertura finanziaria, i nuovi Lea non sono ancora esigibili sulla maggior parte del territorio nazionale. Le stime oscillano tra 800 milioni (Ragioneria Generale dello Stato) e € 1.600 milioni (Conferenza Regioni e PA).


- Eliminazione superticket operazione che nel 2017 ha “pesato” per circa 413 milioni di cui 60 già stanziati dalla Legge di Bilancio 2018, ma non ancora utilizzati per mancato accordo sulla bozza di decreto.

La soluzione, secondo Cartabellotta , sarebbe quella di destinare interamente ai rinnovi contrattuali il miliardo già previsto dalla precedente legislatura, anticipare al 2019 almeno un miliardo per sdoganare i nuovi Lea ed avviare l’eliminazione del superticket e lo sblocco del turnover.


Fonte: Quotidiano Sanità

Ph credit: web