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Salerno. Il NurSind diffida l 'Asl e l'Azienda Ospedaliera 'Ruggi per demansionamento.

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La Redazione
Pubblicato il: 05/11/2018 vai ai commenti

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Il NurSind di Salerno, invia nota al Commissario Straordinario dell’Asl Salerno e al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” in merito al demansionamento infermieristico.

“Tale situazione è oramai insopportabile, anacronistica ed inaccettabile – dichiara Biagio Tomasco Segretario Territoriale NurSind di Salermo – in quanto legali rappresentanti delle due aziende sanitarie salernitane avete il dovere di prenderne coscienza ed affrontare il problema in termini sostanziali ed efficaci, chiedendo alla Regione Campania l’assunzione di detto personale che risulta essere vacante in ogni struttura sanitaria delle vostre aziende“.

Il Segretario fa notare che l’OSS viene inquadrato a seguito dell’Accordo Conferenza Stato-Regioni del 2001 con il nuovo profilo di figura di supporto che svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona come assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero. Mentre la figura professionale dell’infermiere è stata trasformata da mero esecutore a professionista intellettuale, competente, autonomo.

“L’infermiere – continua Biagio Tomasco – non deve sostituire o prendere in carico le mansioni previste per l’OSS, ovvero la presenza dell’OSS nella nuova organizzazione sanitaria è prevista ed imprescindibile nella formulazione dei fabbisogni di personale, e l’infermiere, nell’alveo del suo discrezionale, se ne avvale per l’espletamento delle sue funzioni, non mansioni“.

“Qualora – conclude Biagio Tomasco – non ci si attivi a restituire dignità professionale ai professionisti infermieri che insistono nelle Vostre aziende, altro non rimarrà di avviare un’azione giudiziaria che ne veda riconosciuto il danno alla professionalità, fatto salvo il periodo pregresso alla presente nota, immediatamente risarcibile ex art. 1226 (artt. 1218 e 2043 C.C.), in quanto le mansioni inferiori sono vietate e non ammesse neppure di fatto“.