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17 maggio 2021 - Giornata Internazionale contro l’Omofobia

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 17/05/2021 vai ai commenti

Attualità

Oggi si celebra, in tutto il mondo, la giornata internazionale contro l’omofobia.

Da infermieri non possiamo non utilizzare questa preziosa occasione per riflettere su alcune tematiche correlate all’argomento in questione.

Partirei dal nostro Codice Deontologico che, finalmente, nell’ultima stesura del 2019 ha sancito la non discriminazione, da parte degli infermieri, verso l’orientamento sessuale o l’identità di genere, sia delle persone assistite, sia dei colleghi.

Infatti, all’articolo 3 del suddetto Codice Deontologico, si legge “L’Infermiere cura e si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale. Si astiene da ogni forma di discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di tutti coloro che incontra nel suo operare”.

È indubbio che anche prima del 2019 gli infermieri avessero già scolpito nel proprio DNA un modus operandi imparziale e non discriminante verso qualunque persona si trovassero ad assistere ma, evidentemente, la FNOPI ha voluto, giustamente, sancire in maniera ufficiale questo importante precetto del nostro agire professionale, comune peraltro a tutte le cosiddette professioni d’aiuto.

Altresì non possiamo nemmeno negare che, negli stessi ambienti sanitari, l’omosessualità era considerata, fino al secolo scorso, una vera e propria perversione, una malattia da curare, un’aberrazione da rinchiudere nei manicomi.

Una visione ottocentesca, trascinatasi fino a buona parte del Novecento, ma che ha lasciato pesanti strascichi su cittadini e operatori fino ai giorni nostri.

Tanto per citare qualche anacronistico ma contemporaneo punto di vista di alcuni operatori sanitari:

  • “L’omosessualità è un’aberrazione genetica contro natura, che può essere curata dalla medicina” (Fabio Federico, medico)
  • Ma guardate se io devo operare un frocio di merda, sieropositivo del cazzo! Si divertono e poi va cosa dobbiamo operare!” (Chirurgo dell'ospedale di Cittiglio - VA)
  • “Frocio di merda!” (Frase trovata sul proprio armadietto da Stefano Buttitta, infermiere di Lecco,)

Per la cronaca, il collega Buttitta si è tolto la vita il 6 dicembre 2017, quella vita fortemente condizionata da attacchi omofobici, intolleranza e pregiudizi.

Nello stesso ospedale, il Manzoni di Lecco, due anni dopo la morte di Stefano, sono apparse nuovamente scritte omofobe, stavolta sull’armadietto di un’altra collega, Sabrina Di Biase, con un biglietto dove c’era scritto “Fuori da qua, lesbica!”.

Chi parla di casi isolati, minimizzando gli accaduti, sottovaluta il fenomeno: secondo l’Agenzia per i diritti Fondamentali (FRA) dell’Unione europea l’omofobia nel 2009 danneggia la salute e la carriera di quasi 4 milioni di persone in Europa. L’Italia è il paese dell’Unione Europea con il maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale. Secondo i dati del Dipartimento di Salute Pubblica i suicidi della popolazione gay, legati alla discriminazione omofoba in modo più o meno diretto, costituirebbero il 30% di tutti i suicidi adolescenziali; stando alle statistiche pubblicate dal sito omofobia.org, vi sono più di 100 episodi di omofobia in Italia allanno, ma il numero di persone colpite è maggiore (ogni episodio può avere anche più di una vittima).

Ecco perché noi di InfermieristicaMente abbiamo deciso di unirci alla Giornata Internazionale, perché da infermieri possiamo, anzi: dobbiamo fare la nostra parte. Nell’approccio alle persone assistite è necessario essere consapevoli di possibili pregiudizi, errori, stereotipi e altre barriere alla comunicazione. Dobbiamo, inoltre, essere in grado di mantenere un atteggiamento non giudicante. Sempre! E usare un linguaggio neutro e inclusivo nei colloqui con i pazienti.

Buona giornata a tutti, buon futuro a tutti voi!