Iscriviti alla newsletter

Come affrontare la società multietnica con il nursing Transculturale e la Pratica Riflessiva

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 04/02/2022 vai ai commenti

NursingProfessione e lavoro

Il connubio tra le teorie del Nursing Transculturale di M. Leininger e la Pratica Riflessiva di D.A. Schön da esperienze e testimonianze in Paesi in via di sviluppo e realtà locali può portare ad una crescita professionale?

L’infermiere, oggi, si trova a lavorare in una società multietnica ovvero un sistema sociale in cui convivono soggetti con identità etniche diverse. Il contesto culturale e socio-sanitario, che nel tempo è sempre mutato, prospetta continuamente nuovi bisogni di salute che influenzano profondamente il modo di organizzare le cure.

La diversità deve essere un concetto compreso e riconosciuto da ogni infermiere al fine di riuscire a soddisfare i bisogni con efficacia, efficienza, adeguatezza e rispettosità.

Nell’Art. 7 del Codice Deontologico 2019 l’infermiere assolve al ruolo nella “riduzione delle disuguaglianze”: il professionista non soltanto si prende cura di quelle persone, ma si impegna a trasmettere conoscenze ed educazione infermieristica. Già nell’Art. 3 dello stesso Codice si sottolinea che adesso l’infermiere dichiara non “chi” assistere e curare ma “di” assistere e curare.

Considerando queste premesse possiamo definire il concetto di “salute disuguale” che segnala la presenza di evitabili e rilevanti disparità in termini di salute tra differenti gruppi all’interno della popolazione.

Questo concetto si contrappone all’Universal Health Coverage (UHC) (Copertura Sanitaria Universale): scenario in cui tutte le persone devono ricevere i servizi sanitari di cui hanno bisogno (servizi di sanità pubblica, prevenzione, riabilitazione e cure palliative) assicurandosi al tempo stesso che l'uso di questi servizi non risulti eccessivamente dispendioso.

 

  1. Leininger e il Nursing Transculturale

La fondatrice e massima esponente dell’Infermieristica Transculturale, l’infermiera antropologa statunitense Madeleine Leininger, afferma che: “l’assistenza infermieristica se lasciata a se stessa porta all’etnocentrismo come modo intenzionale di porre i propri valori, credenze e pratiche su altri in quanto l’esercente ritiene superiori o migliori”.

La teoria è stata disegnata allo scopo di “scoprire, documentare, interpretare, spiegare, e anche prevedere alcuni dei molteplici fattori che influiscono sull’assistenza da un punto di vista emico (all’interno della cultura) e da un punto di vista etico (al di fuori della cultura)”.

 

D.A. Schön e la “Pratica Riflessiva”

Il filosofo americano, autore di questa teoria, esplica un agire di tipo riflessivo partendo dallo studio dei processi di conoscenza e di apprendimento che si svolgono nel corso stesso dell’azione.

Partendo quindi da una nuova situazione di incertezza si può raggiungere, grazie a questa pratica, nuova conoscenza.

In particolare Schön afferma che, pur trovandosi in situazioni a forte grado di incertezza o peculiarità, il professionista è in grado di portare avanti la riflessione nel corso dell’azione perché non è limitata dalla ‘Razionalità Tecnica”, che lo confina in un ruolo meramente esecutivo. Davanti alla novità dunque, non è sufficiente la competenza tecnico-scientifica per poter gestire la complessità. La riflessività deve rappresentare un obiettivo per la professione infermieristica e deve essere orientata all’apprendimento, alla trasformazione.

Nel complesso, tutto questo porta ad un accrescimento di conoscenze e competenze.

 

Come un’esperienza lavorativa o di volontariato in realtà locali o nei Paesi in via di sviluppo può diventare un’occasione di accrescimento personale e professionale

Lo studio si sviluppa attraverso l’integrazione delle teorie del Nursing Transculturale e della Pratica Riflessiva, a partire da un’indagine su alcuni aspetti della salute disuguale, in particolare sulla sanità nei Paesi in via di sviluppo. Si amplia lo studio della figura infermieristica come colei che può promuovere, mediante un impatto profondo, una visione della salute basata sui diritti umani e sulla Global Health.

Lo studio dà un riscontro scientifico-valoriale dell’esperienza effettuata da un infermiere in contesti di transculturalità, quali quelli di Paesi in via di sviluppo oppure in contesti locali, soprattutto ove sussistano tali condizioni in cui il rapportarsi tra infermiere e paziente genera l’incontro di due universi culturali distinti. La combinazione “discipline infermieristiche”/“esperienza vissuta in altri contesti o culture” rappresenta così l’implementazione di ciò che hanno elaborato Leininger e Schön, ovvero una riproduzione pratica della loro simbiosi.

Mediante fattori rilevabili è stato esaminato e rilevato che:

  • l’integrazione delle teorie di Leininger e Schӧn permette di acquisire nuove competenze ed affinare sensibilità per l’infermiere o altro professionista sanitario;
  • l’esperienza lavorativa o di volontariato, può rappresentare uno strumento di crescita per la professione infermieristica, considerando tutti i punti di vista:
  • degli infermieri che ad oggi non hanno effettuato un’esperienza lavorativa di volontariato nei Paesi in via di sviluppo o in contesti locali;
  • degli infermieri che hanno effettuato una o entrambi le esperienze sopra citate;
  • degli abitanti coinvolti nell’esperienza stessa, in questo caso di alcuni Paesi in via di sviluppo oppure abitanti in loco;
  • la condivisione e la divulgazione delle esperienze che vengono effettuate all’esterno del proprio contesto di lavoro è auspicabile come momento di arricchimento personale e professionale;
  • i risultati e le considerazioni che emergono dallo studio possono rappresentare un presupposto per un’evoluzione nel percorso di formazione e di aggiornamento della figura infermieristica;
  • il connubio “discipline infermieristiche/contesto di lavoro” risulterà efficace non solo per la crescita professionale dell’infermiere, ma anche per migliorare l’accesso ai servizi (health literacy) e la qualità dei servizi, per coloro che solitamente hanno poca possibilità di accedervi.

 

Prospettive future

Questo lavoro di ricerca ha permesso di confrontarci concretamente su questa tematica.

Attraverso la presentazione di un poster, accettato e pubblicato, abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla 47th Annual Conference della Transcultural Nursing Society, (27-30 Ottobre 2021, Albuquerque, New Mexico).

Le prospettive future delineate dallo studio riguardano:

  • Formazione: presentare il problema e l’opportunità, in termini di formazione universitaria e di aggiornamento.
  • Informazione: informare al fine di stimolare al tema, nonché avviare un confronto sugli aspetti positivi e criticità.
  • Integrazione tra conoscenze teoriche e pratiche: proporre una visione includente degli aspetti teorico-pratici, per riuscire ad indirizzare lo studio mantenendoli sempre integrati.
  • Promozione dell’infermiere come figura capace di favorire una visione della Global Health: sostenere le conoscenze dei valori e delle competenze infermieristiche per metterle in relazione con l’esperienza.

Auspichiamo che il nostro studio possa rappresentare una base per poter promuovere e divulgare buone pratiche infermieristiche in cui la professione infermieristica assume un ruolo determinante: il successo della UHC dipende dalla capacità degli infermieri di utilizzare un nuovo metodo di concepire la salute e nuove modalità con cui vengono forniti i servizi.

 

 

Autori: Lisa Vezzosi, infermiera, Serena Tucci, infermiera, Antonella Mannini docente e ricercatrice, (Università degli Studi di Firenze).

Tags: transcultural nursing, global health, Madeleine Leininger, Pratica Riflessiva, Codice Deontologico Infermieri, Health Literacy, Copertura Sanitaria Universale, Transcultural Nursing Society.