Attacco nucleare. L’Italia verifica le scorte di pillole allo iodio. Dosaggio e tempo di assunzione
Dopo l’attacco alla centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, anche l’Italia sta verificando le scorte di compresse di iodio stabile presenti nelle farmacie.
La possibilità che si possa scatenare una terza guerra mondiale nucleare, ha spinto, già da una settimana, gli abitanti del Belgio, a riversarsi in farmacia, per fare scorta di pillole allo iodio anti-radiazioni.
Secondo i dati rilasciati dall'Associazione dei farmacisti belgi soltanto giovedì scorso, quando sono arrivate le prime notizie sui combattimenti vicino alla centrale nucleare di Chernobyl, sono state consegnate 1.500 scatole da 10 compresse. Venerdì e sabato la domanda è salita a 4mila confezioni al giorno e si stima che lunedì le consegne abbiano toccato quota 30 mila. Un aumento della domanda che ha costretto l'Agenzia federale belga per il controllo nucleare a ricordare che le compresse di iodio non vanno assunte preventivamente o di propria iniziativa, ma solo su indicazione delle autorità.
La somministrazione di iodio fa parte della strategia per ridurre gli effetti negativi sulla salute delle persone esposte a radiazioni. La iodoprofilassi è contenuta nel Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche del 2010, che a breve sarà aggiornato, secondo quanto detto dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. In caso di «incidente severo» ad una centrale nucleare, indica il Piano, il Dipartimento può decidere di attivare «la distribuzione di iodio stabile nelle aree interessate».
Come funzionano le pillole anti-radiazioni
Le pillole anti-radiazioni, contengono ioduro di potassio ed impediscono l’accumulo di iodio radioattivo nella tiroide, saturandola con iodio non radioattivo. Tecnicamente, la pillola serve se lo iodio radioattivo viene rilasciato nell'aria, a saturare la ghiandola tiroidea, prevenendo così l'assorbimento di iodio radioattivo e il conseguente rischio di cancro alla tiroide.
Vengono raccomandate dosi da 10 mSv per la fascia 0-18 anni, le donne in gravidanza e in allattamento e da 100 mSv per gli adulti. la profilassi per esser efficace deve esser eseguita a al più tardi entro 6-8 ore dall’inizio dell’esposizione.
Lo ioduro di potassio (KI) dovrebbe essere assunto solo in caso di emergenza nucleare con rilascio di iodio radioattivo, ad esempio in caso di incidente nucleare o esplosione di una bomba atomica. È consigliabile assumere lo ioduro di potassio solo se le autorità sanitarie o i responsabili durante l’emergenza lo consigliano espressamente.
Il Friuli Venezia Giulia ha avviato una ricognizione sulle farmacie per quantificare le scorte di iodio stabile presenti sul territorio. «Non c’è - sottolinea il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi - nessun allarme, facciamo questo atto di ricognizione che è un atto di corretta amministrazione per capire quali sono gli strumenti, in particolare lo iodio, che sono presenti in Regione».
Da il Sole24ore