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La cartella elettronica ci fa sbagliare di più: allarme NurSind sulla sanità digitale in Lombardia

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 17/07/2025

LombardiaNurSind dal territorio

NurSind denuncia: "La cartella elettronica rallenta il lavoro e aumenta il rischio clinico"

Doveva essere una svolta epocale per la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure. Invece, l’informatizzazione della Sanità lombarda – in particolare agli Spedali Civili di Brescia – si è trasformata in un boomerang. A denunciarlo con forza è Pompeo Cammarosano, della Segreteria territoriale NurSind di Brescia, che lancia l’allarme su una situazione ormai insostenibile.

“Ci siamo trovati di fronte a un programma di cartella elettronica e accettazione lento come una morte agonica. Gli errori clinici sono aumentati e solo grazie all’intervento tempestivo di operatori attenti si sono evitati eventi avversi”, afferma Cammarosano.

La cartella clinica elettronica, introdotta con i fondi del PNRR dopo anni di attesa, non ha prodotto i vantaggi attesi. Al contrario, si è rivelata rigida, mal strutturata e tecnicamente inadeguata. Il tanto promesso abbattimento dei tempi, lo snellimento dei processi e la riduzione del rischio clinico sono rimasti solo sulla carta.

“Se non si riesce a risolvere il problema, lo si elimina! Questo è l’approccio che sembra guidare chi ha progettato il sistema”, incalza Cammarosano, sottolineando come nessuno si stia assumendo le responsabilità.

Il gioco del rimpallo è ormai consolidato: per Regione Lombardia il problema è la rete Wi-Fi aziendale; per l’Azienda ospedaliera, invece, è colpa dei server regionali. Un vicolo cieco burocratico che lascia i professionisti sanitari soli, a gestire le conseguenze operative e cliniche.

“È come se il programma fosse stato progettato in epoca precolombiana. Altro che intelligenza artificiale! Qui siamo fermi ai tempi di Mosè e delle Tavole della Legge scolpite nella pietra”, ironizza amaramente il rappresentante del NurSind.

La lentezza e la scarsa usabilità del sistema informatico esasperano ulteriormente il personale già messo a dura prova dalla carenza di organico. Il risultato è l’ennesima spinta alla fuga: gli operatori sanitari rimasti rischiano di mollare.

“Se la sanità digitale non è in grado di offrire cure migliori e più sicure, allora abbiamo fallito. E buttato via soldi pubblici”, conclude Cammarosano.

NurSind Brescia auspica che il fallimento lombardo resti un caso isolato, perché replicarlo altrove potrebbe significare mettere in pericolo l’intero SSN. La digitalizzazione deve essere un’opportunità concreta di miglioramento, non l’ennesima promessa disattesa.