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Congestione, cos’è e come comportarsi

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/08/2022

NursingProfessione e lavoro

Ve lo ricordate quando la mamma vietava di fare il bagno in mare se non erano passate due ore dal pranzo? Il vecchio imperativo, non è proprio un falso mito. Non è il bagno in sé ovviamente il nemico della nostra digestione, ma lo sono gli sbalzi termici forti e repentini, dentro ma anche fuori dall’acqua.

Ecco perché il rischio di congestione è più alto in estate con il passaggio dal caldo dell’esposizione diretta al sole al gelo dei locali climatizzati, del bagno freddo o di una bevanda ghiacciata.

E con le temperature roventi di questi giorni, il rischio è ancora più alto.

 

Per congestione si intende, in modo generico, un eccessivo accumulo di sangue in un organo o in una parte del corpo. Si può parlare, quindi, di congestione cerebrale, polmonare, delle prime vie respiratorie a seconda dell'organo in cui si verifica l'accumulo di sangue.

 

In genere, tuttavia, il termine congestione è comunemente usato per definire un blocco digestivo (blocco intestinale da freddo o congestione dello stomaco). Dopo i pasti, infatti, per svolgere la funzione digestiva e i processi chimici che permettono la trasformazione del cibo ingerito, stomaco e intestino necessitano di molto ossigeno che viene loro trasportato in gran quantità attraverso il flusso sanguigno. Un improvviso cambiamento della temperatura può provocare una diminuzione della quantità di sangue che arriva all'addome causando il rallentamento, o il blocco, dei processi digestivi con la conseguente comparsa di malessere.

 

I sintomi

I disturbi (sintomi) che possono comparire in caso di congestione digestiva sono, in genere, non specifici e comuni anche ad altre condizioni come, ad esempio, il colpo di calore e/o l'insolazione.

I principali sono:

dolore al torace

sudorazione fredda

brividi

pallore

pelle d'oca

sensazione di pesantezza allo stomaco

bruciore allo stomaco

crampi all'addome e/o allo stomaco

mal di stomaco

flatulenza

capogiri

stato confusionale

visione offuscata

mal di testa

nausea e vomito

graduale abbassamento della pressione arteriosa, con sensazione di svenimento che difficilmente culmina in una perdita di coscienza (lipotimia)

svenimento

Normalmente questi disturbi compaiono in maniera graduale: prima, brividi e sudorazione fredda, pallore, sensazione di estrema stanchezza (spossatezza); poi, crampi o mal di stomaco e dolore alla pancia, nausea e/o vomito.

 

Solo raramente, a seguito di un rapido e intenso sbalzo di temperatura (shock termico) come quello che si verifica, ad esempio, tuffandosi in acqua molto fredda durante la digestione, può determinarsi una congestione fulminea che può causare uno svenimento. Quando ciò accade in acqua può sopraggiungere la morte per annegamento.

 

In casi più gravi e rari, la difficoltà da parte del cuore nel pompare il sangue può generare uno scompenso, la perdita dei sensi o la cosiddetta sincope vaso-vagale (improvviso abbassamento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca che porta ad una riduzione dell'afflusso del sangue al cervello con breve perdita di coscienza) o un graduale abbassamento della pressione del sangue (lipotimia).

 

È importante riconoscere i primi segnali della congestione per poter intervenire in tempo ed evitare conseguenze che possono divenire anche gravi.

 

I bambini spesso non riconoscono e non sanno interpretare i primi disturbi e, per questo motivo, possono essere più a rischio degli adulti in particolare se la congestione si verifica mentre sono in acqua.

 

 

Cause

Le cause della congestione digestiva sono dovute ad una serie di comportamenti che includono:

  • passare da un ambiente caldo ad uno freddo (ad esempio, entrare in un locale con aria condizionata particolarmente intensa quando la temperatura esterna è molto calda o, con basse temperature esterne, uscire all'aperto provenendo da un ambiente ben riscaldato)
  • essere esposti a una corrente di aria fredda
  • bere di fretta una bevanda ghiacciata, quando si è accaldati dopo un pasto abbondante o ricco di cibi grassi ed elaborati
  • fare un tuffo in acque molto fredde (es. mare o piscina), quando si è surriscaldati e in fase digestiva
  • svolgere un'attività fisica intensa subito dopo un pasto abbondante o ricco di cibi grassi ed elaborati

La congestione avviene quando l'organismo è esposto ad uno sbalzo termico durante la digestione. Il processo digestivo inizia 20-30 minuti dopo il pasto e può durare anche diverse ore (a seconda della quantità e del tipo di alimenti consumati: un pasto abbondante e ricco di grassi impiegherà molto più tempo ad essere digerito rispetto ad un pasto più leggero).

Dopo mangiato, per permettere la digestione, il sangue fluisce preferenzialmente nello stomaco e nell'intestino facendo così aumentare la temperatura corporea (motivo per il quale non si misura la temperatura dopo mangiato). In questa fase molto delicata, un forte sbalzo termico attiva una reazione di difesa da parte dell'organismo per mantenere la temperatura corporea costante. Ciò avviene tramite un meccanismo cosiddetto di vaso-costrizione (restringimento dei vasi sanguigni) che si verifica nello stomaco e nell'intestino. La conseguente diminuzione dell'afflusso di sangue provoca un blocco digestivo. Il risultato è uno squilibrio circolatorio che, oltre all'interruzione del processo digestivo, in alcuni casi può causare una crisi circolatoria dalle gravi conseguenze.

 

Come comportarsi

È necessario intervenire immediatamente. Se il blocco per congestione si è verificato dopo un bagno, bisogna intervenire asciugando, coprendo e facendo distendere la persona con le gambe in su. Nel caso in cui si verifichi o si sia verificata perdita di coscienza e la persona si è ripresa, è necessario recarsi in Pronto Soccorso. Solo una volta ristabilita la temperatura corporea corretta, è consigliabile dare alla persona colpita una bevanda calda. In genere, dopo circa 2-3 ore i disturbi scompaiono ma può rimanere una sensazione di stanchezza con dolori muscolari.

Nei casi più gravi, se i disturbi non regrediscono è consigliabile chiamare i numeri telefonici di emergenza (112 o 118) e/o rivolgersi subito ad un medico.