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Non riconoscere più i volti di persone care. Il nuovo sintomo del Long Covid

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 20/03/2023

CoronavirusCoronavirusProfessione e lavoroStudi e analisi

Si allunga ancora la lista dei sintomi che caratterizzano il Long Covid, la sindrome che riguarda più di 63 milioni di persone nel mondo e che conta più di 100 disturbi.

I sintomi del Long Covid non sono ben descritti, in parte perché ciò richiede il monitoraggio longitudinale degli individui e l'emergere di tali prove sarà naturalmente ritardato rispetto a quelli dei sintomi acuti. Tuttavia, sono emersi alcuni sintomi relativamente comuni, con effetti di lunga durata, quali sintomi cardiovascolari, polmonari e respiratori, dolore di diverse sedi anatomiche, affaticamento, sintomi generali di infezione [p. es., nausea, diarrea, febbre, ecc.], disturbi psicologici, deterioramento cognitivo, deficit sensoriale, disturbi dermatologici e compromissione funzionale.


Gli autori di una recente revisione della letteratura,  hanno esaminato 2.711 titoli e abstract per l'inclusione, selezionandone 152 per la revisione da full-text.
In totale, sono stati identificati circa 100 sintomi. E’ stata evidenziata anche una considerevole eterogeneità nella prevalenza dei sintomi e nell'impostazione degli studi:

  • 10 studi hanno riportato sintomi cardiovascolari
  • 4 hanno esaminato sintomi polmonari
  • 25 hanno riportato sintomi respiratori
  • 24 sintomi correlati al dolore
  • 21 affaticamento
  • 16 sintomi di infezione generale
  • 10 sintomi segnalati di disturbi psicologici
  • 9 disturbi cognitivi
  • 31 un danno sensoriale
  • 7 un disturbo dermatologico
  • 11 una compromissione funzionale
  • 18 hanno riportato un sintomo che non rientrava in nessuna delle categorie di cui sopra.

La maggior parte degli studi considerati, riportava sintomi analoghi a quelli evidenti nell'infezione acuta da COVID-19 (cioè compromissione sensoriale e sintomi respiratori).
Tuttavia, i dati suggeriscono uno spettro più ampio di sintomi, evidenziato da oltre 100 sintomi segnalati. La prevalenza dei sintomi variava in modo significativo e non era spiegata da approcci di raccolta dati, disegno di studio o altri approcci metodologici, e potrebbe essere correlata a fattori sconosciuti specifici della coorte.

A questi ormai noti, grazie ad  un gruppo di ricercatori della Dartmouth University (Usa), si è aggiunto un altro sintomo: la prosopagnosia persistente, o «cecità facciale», che consiste nell’incapacità di riconoscere i volti di persone care o note. La teoria degli studiosi si basa sul caso di una donna di nome Annie, 28 anni, che ha contratto il Covid nel marzo del 2020. La paziente, mesi dopo aver eliminato l’infezione iniziale, ha iniziato ad avere difficoltà a riconoscere il volto di suo padre che gli sembrava così un «estraneo».

Dopo aver sottoposto la paziente a ripetuti test, incluso uno in cui le è stato chiesto di riconoscere i volti delle celebrità, i ricercatori hanno diagnosticato la rara condizione. Ulteriori studi, condotti su altre 54 persone con Long Covid, hanno portato alla scoperta che la condizione è probabilmente un sintomo della malattia.

L’Università di Harvard stima che la cecità facciale sia un disturbo che colpisca fino al 3% delle persone nel mondo, circa 10 milioni, e sarebbe più comunemente causata da danni cerebrali, come ictus, trauma cranico, un’infiammazione del cervello (encefalite) o la malattia d’Alzheimer.

da Sanità informazione