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Farmacista pratica infiltrazione, il paziente finisce con una protesi al braccio

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 24/10/2023

AttualitàCronache sanitarie

Dopo la puntura nel retrobottega della farmacia, è iniziato il calvario per A. L., 50enne residente in paese

Avrebbe dovuto fargli un favore: praticargli lui stesso un’infiltrazione di un antinfiammatorio al braccio sinistro dolorante, nel retrobottega della farmacia, invece di andare in un centro ambulatoriale. Da quel momento, però, per un cinquantenne di Renate è cominciato un calvario che lo ha portato a rischiare quasi l’amputazione dell’arto. Secondo la pubblica accusa l’iniezione andava praticata per via endovenosa, e non intrarticolare, come invece avrebbe fatto l’imputato, un farmacista accusato davanti al tribunale di Monza per «responsabilità colposa in lesioni in ambito sanitario».

L’imputato è M.S., ex farmacista di Renate, già finito nei guai per presunti falsi certificati dei tamponi molecolari all’epoca dell’emergenza Covid. Savini si difende negando di essere responsabile di quanto patito dal renatese A. L., che si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Paolo Confalonieri, e che la scorsa settimana ha reso la propria testimonianza a palazzo di giustizia.

 

Da quell’iniezione ha subito una decina di interventi chirurgici per un’infezione che gli ha intaccato l’osso.

 

I fatti

«Nel maggio 2019, spostando dei mobili, ho sentito dolori all’avambraccio e sono andato dal mio medico, che ha ipotizzato un problema al tunnel carpale prescrivendomi un antinfiammatorio e consigliandomi delle infiltrazioni. Quando sono andato a prendere il farmaco, ho chiesto al farmacista se sapesse indicarmi dove fare le infiltrazioni e mi ha detto che me le avrebbe fatte lui. Mi ha portato nel retro, mi ha fatto sedere, col pennarello ha fatto un segno sul gomito e mi ha fatto l’iniezione, senza neanche disinfettare».

 

La testimonianza del paziente: ora necessito di una protesi

Nelle ore seguenti il braccio ha iniziato a gonfiarsi. «Un dolore atroce, sono andato al pronto soccorso e mi hanno fatto una fasciatura - ha continuato - poi però si è infettato e mi è venuta la febbre. Mi hanno fatto un drenaggio e sono stato ricoverato per 6 settimane. Da allora avrò già fatto una decina di interventi, mi hanno messo una placca in titanio ma avrei bisogno di una protesi».

Ancora oggi l’uomo porta il braccio al collo.

 

Fonte: primamonza.it