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Le vostre tesi: Mobilizzazione precoce passiva in ICU

Isabella La Pumadi
Isabella La Puma
Pubblicato il: 30/05/2024

Professione e lavoroStudenti infermieri

Infermieristicamente aiuta gli studenti con le loro tesi. Pubblichiamo e divulghiamo i vostri questionari in modo da farvi avere più risposte possibili, quindi più dati da utilizzare!

Oggi divulghiamo il questionario del laureando Amar Khawanda, futuro collega del CLI del San Paolo di Milano. Amar sta conducendo uno studio per valutare conoscenze, opinioni e abitudini degli infermieri di terapia intensiva riguardo la mobilizzazione precoce dei pazienti in ventilazione meccanica.

Il ricovero e la dimissione dalla terapia intensiva sono guidati da una scala di priorità, secondo le raccomandazioni SIAARTI. (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), che classificano gli assistiti in base al beneficio atteso dal trattamento intensivo. La mobilizzazione precoce è stata definita come “l’attività fisica sufficiente per provocare effetti fisiologici in grado di migliorare la ventilazione, la perfusione centrale e periferica, la circolazione, il metabolismo muscolare e lo stato di coscienza ed è, inoltre, un fattore di prevenzione per la stasi venosa e la trombosi venosa profonda” .

L’immobilità è causa di aumento di mortalità e di complicanze quali: lesioni cutanee, effetti avversi legati ai farmaci, infezioni nosocomiali e cadute. Inoltre genera una condizione di declino funzionale che può portare ad un aumentato rischio di cadute nel periodo successivo alla dimissione dalla terapia intensiva. L’immobilizzazione è associata ad un aumentato rischio di sviluppare delirium correlato alla degenza di terapia intensiva, a una ridotta capacità di esercizio fisico, alla debolezza muscolare acquisita in terapia intensiva e a una riduzione della qualità della vita.

la “debolezza da Terapia Intensiva” (Intensive Care Unit Aquired Weakness – ICUAW) può anche avere conseguenze a lungo termine al di là della fase di ospedalizzazione; ad esempio può essere un fattore importante per la sindrome post terapia intensiva, una condizione che comprende le disfunzioni fisiche, mentali e cognitive che fanno parte delle disabilità persistenti e che si estendono al di là della ospedalizzazione acuta. Hanno un forte impatto sulla qualità della vita dei sopravvissuti alla degenza in terapia intensiva e si crede sia il risultato multifattoriale di infiammazione sistemica, farmaci, disturbi elettrolitici e immobilità. L’ICU-AW colpisce dal 25% al 100% degli adulti in condizioni critiche ed è associata ad un aumento dei giorni di degenza sia in terapia intensiva sia nel ricovero ospedaliero. L’immobilità è associata a una perdita di massa muscolare che inizia entro quarantotto ore dall’insorgenza dell’evento acuto ed è maggiore durante le prime due o tre settimane di degenza. Può portare a una perdita del 40% della forza muscolare entro la prima settimana di immobilizzazione, con un tasso giornaliero di perdita di resistenza tra l’1,0% e il 5,5%. È stata osservata una diminuzione dal 10,3% al 13,9% nelle misure trasversali del muscolo retto femorale entro la prima settimana di terapia intensiva, un aumento a livello ematico di proteina C-reattiva e una grave disfunzione d’organo. L’atrofia diaframmatica, a causa della ventilazione meccanica, provoca l’inattività del diaframma durante la ventilazione a pressione positiva; maggiore è la durata della ventilazione invasiva, maggiore è la gravità del danno. L’atrofia muscolare, l’intolleranza all’esercizio e la riduzione della qualità della vita persistono oltre un anno dopo il ricovero in terapia intensiva.

Dunque conoscere l’importanza di questa pratica fondamentale è essenziale, ma quanto gli infermieri sono informati a riguardo?

Rispondete numerosi al questionario per aiutare Amar nella sua ricerca, cliccando qui.

 

Crediti

Cameron S, Ball I, Cepinskas G, Choong K, Doherty TJ, Ellis CG, et al. Early mobilization in the critical care unit: A review of adult and pediatric literature. J Crit Care. agosto 2015;30(4):664–72.

 

Hermans G, Van den Berghe G. Clinical review: intensive care unit acquired weakness. Crit Care Lond Engl. 5 agosto 2015;19:274.

 

Bartolo M, Bargellesi S, Castioni CA, Bonaiuti D, Intensive Care and Neurorehabilitation Italian Study Group, Antenucci R, et al. Early rehabilitation for severe acquired brain injury in intensive care unit: multicenter observational study. Eur J Phys Rehabil Med. febbraio 2016;52(1):90–100. 8. Polit DF, Tatano Beck C, Pales