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Ergastolo per Fausta Bonino: la Cassazione conferma la condanna per l'ex infermiera di Piombino

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/02/2025

AttualitàCronache sanitarie

 

La Corte di Cassazione ha messo la parola fine al lungo e tormentato iter giudiziario di Fausta Bonino, l’ex infermiera dell’ospedale di Piombino, confermando la condanna all’ergastolo per l’omicidio di quattro pazienti, deceduti tra il 2014 e il 2015 a seguito di somministrazioni letali di eparina. Una sentenza che arriva dopo nove anni di processi e ribaltamenti giudiziari, segnando un punto di svolta definitivo in uno dei casi di cronaca più controversi degli ultimi anni.

Bonino, che oggi ha 63 anni, continua a proclamarsi innocente. "Non ho fatto niente, sono innocente", ha ribadito in una recente intervista a La Repubblica, esprimendo speranza nella giustizia. "Mi auguro che la giustizia funzioni. Già una volta, in appello, era stata dimostrata la mia innocenza".

Il lungo percorso giudiziario

La vicenda ha avuto inizio nel 2016, quando un medico dell’ospedale di Piombino segnalò al NAS di Livorno una serie di decessi sospetti nel reparto di terapia intensiva, tutti caratterizzati da emorragie improvvise. Le indagini portarono all’arresto di Bonino il 30 marzo dello stesso anno, con l’accusa di aver somministrato dosi eccessive di eparina a 14 pazienti, di cui quattro sarebbero deceduti a causa dell’anticoagulante.

Il primo grado di giudizio, nel 2019, si concluse con una condanna all’ergastolo. Tuttavia, nel 2022, la Corte d’Appello di Firenze ribaltò la sentenza, assolvendo Bonino. La Procura fece ricorso e la Cassazione, nel 2023, annullò l’assoluzione, rimandando il caso alla Corte d’Appello. Nel nuovo giudizio, l’anno scorso, i giudici tornarono a ritenere l’imputata colpevole, confermando l’ergastolo.

Oggi, la Suprema Corte ha respinto il nuovo ricorso della difesa, sancendo in via definitiva la condanna della ex infermiera.

La difesa e il sostegno della famiglia

Nel corso dell’ultima udienza, l’avvocato difensore Vinicio Nardo ha cercato di smontare l’impianto accusatorio, parlando per un’ora e mezza davanti ai giudici della quinta sezione penale della Cassazione. Il sostituto procuratore generale Antonio Balsamo, invece, ha chiesto la conferma della condanna, sottolineando che "non c’è traccia di altre persone nel reparto in occasione dei quattro decessi".

Bonino, che negli ultimi giorni si trovava in Piemonte, nella casa materna, ha raccontato di aver voluto stare accanto alla sua famiglia in attesa del verdetto. "Sono venuta a salutare in vista della sentenza", ha dichiarato con voce rotta dall’emozione. "La mia famiglia mi ha sempre sostenuta: i miei figli, mio marito, i miei fratelli. Tutti sono sempre stati convinti della mia innocenza".

Ora si attende di capire dove Bonino si presenterà per scontare la pena. Con la sentenza definitiva della Cassazione, il caso giudiziario si chiude, ma il dibattito sulla sua colpevolezza continua a dividere l’opinione pubblica.