Bologna, allarme infermieri: stipendi bassi, case care e aggressioni. NurSind: sistema a rischio
In Emilia-Romagna 2.500 professionisti emigrati dal 2000, 1.500 solo tra il 2019 e il 2021. Il sindacato: "Servono interventi urgenti su salari e abitazioni"
Bologna, 7 aprile 2025 – Stipendi troppo bassi, aggressioni frequenti, scarse prospettive di carriera e un mercato immobiliare proibitivo. Sono queste le ragioni che stanno svuotando gli ospedali bolognesi di infermieri, sempre più spesso costretti a trasferirsi all’estero o a tornare al Sud, dove il costo della vita è più sostenibile. A lanciare l’allarme è il Nursind, il sindacato degli infermieri, che parla di un "rischio collasso" del sistema sanitario locale, aggravato da un’ondata di pensionamenti in arrivo e dal crollo delle iscrizioni ai concorsi.
La crisi dell’attrattività: numeri e testimonianze
I dati sono allarmanti: se nel 2016 ai concorsi per infermieri a Bologna si presentarono 14.000 candidati, con oltre 3.700 idonei, nell’ultima selezione – ancora in corso – i partecipanti sono stati appena 1.059, di cui meno di 700 arrivati all’orale. "Se va bene, avremo una graduatoria di 600 persone, e la metà rifiuterà per il costo della vita", spiega Dario Antichi, dirigente Nursind al Policlinico Sant’Orsola.
Intanto, secondo l’OCSE, dall’Emilia-Romagna sono emigrati 2.500 infermieri dal 2000 a oggi, con un’impennata negli ultimi anni: 1.500 solo tra il 2019 e il 2021, e quasi 1.000 l’anno nel periodo più recente. La meta principale? L’Inghilterra, dove uno stipendio medio di 1.500 sterline a settimana (circa 7.500 euro al mese) fa gola a molti.
Casa introvabile e stipendi da fame: "Bologna ci sta cacciando"
"Non è una crisi di vocazione, ma di sostenibilità umana", afferma Antichi. "Gli infermieri non ce la fanno più: tra turni massacranti, aggressioni, stipendi fermi e affitti impossibili, molti scelgono di andarsene". A Bologna, infatti, la "turistificazione" ha reso il mercato immobiliare insostenibile per chi lavora nel pubblico. "Ogni giorno gestiamo dimissioni di professionisti che abbandonano la città – racconta – e con loro se ne vanno competenze, esperienza e servizi essenziali".
Le richieste del sindacato: "Subito interventi concreti"
"La Regione si è detta disponibile a investire, ma servono fatti", denuncia Antonella Rodigliano, segretaria regionale del Nursind. "Chiediamo stipendi adeguati, piani di carriera chiari e soluzioni abitative per chi lavora in ospedale. Senza interventi urgenti, il sistema non reggerà".
Intanto, l’Ordine degli Infermieri ha avviato colloqui con Comune e Regione, ma il Nursind chiede più dialogo con i sindacati: "Solo insieme possiamo trovare soluzioni efficaci".
Cosa succederà ora?
Con il picco di pensionamenti in arrivo e le iscrizioni ai corsi in calo, il rischio è che Bologna si trovi presto senza personale sufficiente a garantire i servizi sanitari. "Se non si agisce subito – conclude Antichi – gli ospedali collasseranno".