Ferragosto di violenza in pronto soccorso: infermieri presi a calci e pugni a Udine
L'aggressione fermata in 7 minuti graziea al "bottone rosso". Il NurSind: "Servono agenti fissi nei PS"
L’aggressione di Ferragosto
Due infermieri del pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia di Udine sono stati vittime di una violenta aggressione nel giorno di Ferragosto.
Protagonista, un uomo straniero di 32 anni in osservazione, che prima ha minacciato un altro paziente e poi si è scagliato con calci e pugni contro gli operatori sanitari intervenuti per riportare la calma.
Secondo la ricostruzione del NurSind, il sindacato degli infermieri, l’uomo – «in evidente stato di agitazione» – avrebbe accusato il personale di atteggiamenti “razzisti”, colpendo con violenza due infermieri e tentando di aggredire anche un OSS.
I sanitari hanno riportato contusioni multiple e tre giorni di prognosi ciascuno.
L’intervento delle forze dell’ordine
Determinante il sistema di allarme rapido:
"Sono bastati 7 minuti per l’arrivo delle volanti della polizia – spiega il NurSind – grazie al “bottone rosso”, che collega direttamente con la Questura".
La presenza degli agenti ha evitato conseguenze peggiori, ma l’episodio ha alimentato tensione e paura all’interno del pronto soccorso.
La denuncia del NurSind
Il segretario territoriale Afrim Caslli ha evidenziato come la violenza contro gli operatori sanitari sia ormai un fenomeno dilagante:
"Tra il 2022 e il 2024 le aggressioni fisiche e verbali agli infermieri sono aumentate del 29%.
Solo nei primi sei mesi del 2025, in Friuli Venezia Giulia, abbiamo registrato 394 segnalazioni, +25% rispetto allo stesso periodo del 2024. Maglia nera Udine, con 139 casi".
Il sindacato lancia un appello deciso:
"Ringraziamo la direzione sanitaria per quanto già fatto, ma non basta. Chiediamo una postazione fissa di agenti di polizia nei pronto soccorso, attiva h24 e 7 giorni su 7. Solo così si può garantire sicurezza e disincentivare comportamenti violenti".
Un problema strutturale
L’episodio di Udine conferma un trend preoccupante: sovraccarico di lavoro, carenza cronica di personale e ora anche un’escalation di aggressioni.
Solo un mese fa, a Udine, un’operatrice del CUP era stata minacciata e quasi aggredita da un’utente che aveva divelto la barriera di vetro dello sportello.
Per il NurSind, la misura del “bottone rosso” è positiva, ma serve un passo ulteriore e strutturale: garantire sicurezza costante agli operatori sanitari.