DDL Professioni sanitarie: cosa prevede articolo per articolo la riforma
05/09/2025
Nella giornata di ieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega per il riordino della disciplina delle professioni sanitarie. Il testo passa ora al Parlamento, dove inizierà l’iter legislativo per la sua discussione e approvazione.Un intervento ampio, che mira a ridisegnare l’architettura normativa delle professioni sanitarie e della responsabilità professionale. Ma cosa prevede nel dettaglio questo ddl? Ecco l’analisi articolo per articolo.
CAPO I – Delega al Governo in materia di professioni sanitarie
Articolo 1 – Finalità e termini di attuazione
Il Governo è delegato ad adottare entro il 31 dicembre 2026 uno o più decreti legislativi sulle professioni sanitarie. Obiettivo: potenziare il Servizio Sanitario Nazionale e garantire i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), rispettando i principi costituzionali ed europei. La proposta dovrà passare dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle Commissioni parlamentari. Prevista la possibilità di integrare o correggere i decreti entro 18 mesi.
Articolo 2 – Principi e criteri direttivi generali
Si stabilisce l’obbligo di:
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Abrogare norme incompatibili con la nuova disciplina.
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Adeguare il sistema sanzionatorio in modo che sia efficace, dissuasivo e proporzionato.
Articolo 3 – Misure e incentivi per il personale sanitario
Il Governo dovrà agire su più fronti per rendere più attrattivo il lavoro nel SSN:
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Contrastare la carenza di personale, anche con l’uso flessibile degli specializzandi.
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Semplificare le attività amministrative per liberare tempo clinico.
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Garantire sicurezza sul lavoro per i professionisti.
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Introdurre premi legati alla performance, come la riduzione delle liste d’attesa.
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Pianificare in modo più razionale il numero di specializzandi.
Articolo 4 – Sviluppo delle competenze professionali
Focus su:
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Aggiornare le competenze secondo i nuovi bisogni di salute e le tecnologie.
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Istituire un Sistema nazionale di certificazione delle competenze sanitarie.
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Regolare l’uso dell’Intelligenza Artificiale in sanità.
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Rafforzare la formazione manageriale e l’ECM (Educazione Continua in Medicina).
Articolo 5 – Formazione sanitaria specialistica
Il ddl spinge sulla formazione avanzata:
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La formazione in medicina generale sarà trasformata in una scuola di specializzazione.
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Si istituiranno nuove scuole di specializzazione per:
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Chimici (turn over generazionale nel SSN).
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Odontoiatri (competenze per medicina forense).
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Biologi (supporto all’igiene pubblica e ambientale).
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Articolo 6 – Revisione degli Ordini professionali
Previsti correttivi alla legge 3/2018:
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Nuove regole per competenze e mandati degli organi ordinistici.
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Rafforzato il ruolo degli Ordini come organi sussidiari dello Stato.
CAPO II – Responsabilità professionale
Articolo 7 – Modifiche al codice penale
Cambia l’art. 590-sexies del codice penale:
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Il sanitario è punibile solo per colpa grave se segue linee guida o buone pratiche cliniche.
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Introdotto il nuovo art. 590-septies, che amplia i criteri per valutare la colpa:
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carenza di risorse;
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difficoltà organizzative non evitabili;
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incertezza scientifica;
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complessità del caso clinico;
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urgenze o emergenze.
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Articolo 8 – Modifiche alla legge Gelli-Bianco (n. 24/2017)
La legge sulla sicurezza delle cure viene aggiornata:
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Obbligo di seguire anche le buone pratiche clinico-assistenziali.
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Maggiori tutele per il professionista in caso di carenze strutturali o emergenze.
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Le norme sulla sicurezza diventano inderogabili.
CAPO III – Disposizioni finanziarie
Articolo 9 – Copertura finanziaria
I decreti legislativi devono essere a costo zero, salvo le misure che prevedono nuovi oneri, che dovranno essere finanziate tramite risorse già stanziate o da reperire con successivi provvedimenti. Nessun aggravio di spesa potrà gravare sulla finanza pubblica senza copertura esplicita.
Il ddl si propone di ridisegnare l’intero assetto delle professioni sanitarie, con una forte spinta alla formazione, alla valorizzazione delle competenze e alla gestione della responsabilità professionale. Tuttavia, resta l’assenza – come dichiarato da Andrea Bottega Segretario Nazionale NurSind, a NurSind Sanità – di una chiara valorizzazione delle professioni non mediche, che costituiscono l’ossatura operativa del SSN. La sfida ora passa ai decreti attuativi: lì si vedrà se la riforma sarà davvero inclusiva o se resterà ancorata a una visione tradizionale del sistema sanitario.