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Manovra 2025: il NurSind chiede risorse mirate per salvare la professione infermieristica

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 08/10/2025

Contratto NazionaleGoverno

Il segretario nazionale Andrea Bottega: “Servono fondi specifici, non rinviabili alla contrattazione”

Roma 08/10/2025 - Con l’approvazione del Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP), prende ufficialmente il via il percorso che porterà alla legge di Bilancio 2025. Ogni comparto è pronto a rivendicare maggiore attenzione in termini di risorse, e la sanità pubblica non fa eccezione.

Il DPFP conferma il rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale, ma resta da capire se si andrà oltre i 4 miliardi già previsti per il 2026 o se ci sarà un ulteriore incremento, come auspicato dal ministro della Salute Orazio Schillaci, in stretto dialogo con il MEF.

A osservare con attenzione questa fase sono i lavoratori del SSN, in particolare gli infermieri, che chiedono risposte concrete a istanze che riguardano la tenuta stessa del sistema sanitario.

Secondo i dati del Documento, la spesa sanitaria passerà dai circa 138 miliardi del 2024 a oltre 155 miliardi nel 2028. In rapporto al PIL, si attesterà al 6,5% nel 2026: un dato che, per molti osservatori, resta insufficiente rispetto agli standard europei.

Il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, interviene con fermezza per voce del suo segretario nazionale Andrea Bottega:

“Questa Manovra non può non destinare risorse specifiche agli infermieri. Parliamo della categoria più in sofferenza nel panorama della sanità italiana. E non lo diciamo solo noi: lo stesso ministro Schillaci ripete da tempo quanto ci sia bisogno di infermieri e quanto sia sempre più complicato reperirne.”

La richiesta è chiara: servono fondi dedicati, non rimandabili alla contrattazione.

“Se vogliamo arrestare la fuga dalla professione, tra dimissioni precoci e migrazioni all’estero, dobbiamo rendere il lavoro infermieristico di nuovo appetibile per i giovani. Servono risorse ‘ad hoc’ in Manovra.”

Il NurSind chiede:

  • Un incremento dell’indennità di specificità infermieristica, oggi distante solo 35 euro lordi mensili rispetto ad altri professionisti.

  • Il raddoppio delle indennità di disagio per il personale turnista, ferme dagli anni ’90.

“Parliamo del personale più usurato e più carente. È ora che la politica lo riconosca con atti concreti”, conclude Bottega.

Una richiesta chiara e diretta, quella del NurSind, che pone al centro della manovra la necessità di investire realmente sul capitale umano della sanità, restituendo dignità e prospettive a una professione indispensabile per la salute dei cittadini.